Molise, il candidato del centrosinistra

Regionali, l'agenda di Paolo Di Laura Frattura: "Sanare i debiti e abbandonare il clientelismo"

Parla il candidato che ha vinto le primarie del centrosinistra con il 39,37% dei voti

14 Ott 2011 - 11:30
 © Dal Web

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Secondo molti osservatori, la campagna elettorale per le regionali del Molise ha avuto finora aspetti molto particolari: si è parlato molto, forse troppo di candidati e di alleanze, e poco di problemi concreti del paese. Quali sono a suo avviso i temi principali sui quali bisognerà intervenire, le problematiche più urgenti da affrontare per la terra molisana?
"Al Molise sono stati notificati, nel corso degli ultimi due anni, tre provvedimenti di commissariamento per l’incapacità della Giunta regionale di porre rimedio ai debiti della sanità. L’agenzia di rating Moody’s ci ha declassati di due posizioni. Di fronte a questa situazione che definirei da “amministrazione straordinaria” il problema primo da affrontare è quello di rimettere i conti pubblici a posto. Questo significa che devono essere ridotti drasticamente i costi di gestione della politica ed eliminati gli apparati che hanno prodotto solo clientela e lubrificato “il modello Iorio”. Nel contempo, da subito, si deve agire sui fattori che possono determinare una crescita della regione in modo da accrescere la base imponibile con un aumento delle attività di impresa che nel corso degli ultimi anni, invece, ha subito, in tutti i settori, soprattutto quello industriale, un drastico ridimensionamento. L’obiettivo è quello di rendere la regione autosufficiente e in grado di sostenersi determinando anche le condizioni per un abbattimento di imposte sulle imprese e sui lavoratori. Per la nostra coalizione di centrosinistra è, questa, la precondizione perché il Molise possa avere un futuro di regione autonoma capace di stare al passo delle altre".

Una delle priorità è lo spopolamento dei centri e la mancanza di lavoro. Che cosa dice a riguardo il Suo programma elettorale? Quali le misure che intenderà adottare, una volta eletto?
"In parte credo di avere già risposto. Le risposte date alla domanda precedente, infatti, sono, anche, la ricetta per affrontare i problemi dello spopolamento e al lavoro. Se non migliorano le condizioni di contesto capaci di generare lo sviluppo dell’intera regione è molto difficile affrontare i problemi dell’abbandono del territorio soprattutto da parte delle generazioni più giovani. Sono queste due facce della stessa medaglia che producono un processo di desertificazione, insieme, demografico, economico, sociale e culturale. Bisogna rendersi conto che questi oltre dieci anni di governo del centrodestra pressoché totalizzante perché, oltre che sulla Regione, si è diffuso su tutti i centri più importanti del Molise, hanno determinato guasti difficilmente componibili in un periodo breve. Come ho detto prima il Molise si trova in una situazione di amministrazione straordinaria. È a questa che si deve porre mano immediatamente. Come primo impatto, soprattutto per consentire alle giovani generazioni di vivere in maniera meno disperata la difficoltà di trovare lavoro. Dovrà, nel frattempo, essere individuato una sorta di welfare regionale introducendo anche forme di reddito minimo garantito e interventi mirati sulle categorie più emarginate e più a disagio".

Nell'immaginario nazionale, il Molise evoca per tutti la figura di Antonio di Pietro, che in qualche modo pesa su questa consultazione. Con particolare riguardo del figlio Cristiano che secondo i suoi avversari politici avrebbe già un "posto sicuro nel consiglio regionale." Quale è la sua posizione in proposito?
"Capisco il senso della domanda soprattutto nell’ottica di riferirla a casi analoghi che si sono verificati in altre regioni generati da politici di rango nazionale. Mi limito a rispondere che il figlio di Di Pietro, contrariamente a quanto successo nel caso del figlio di Bossi, da tempo svolge attività politica avendo avuto esperienze anche a livello di Consiglio provinciale. Non è stato candidato nel listino del Presidente ma si propone nella lista del suo partito che partecipa alla votazione proporzionale. Se non prende voti rimane fuori dal Consiglio regionale. Se entra nel Consiglio regionale è, solo, perché viene scelto da persone che lo votano liberamente e democraticamente. Non vedo “la sicurezza” del posto a meno che questa non sia presunta dal “cognome” che porta! Ma mi sembra una situazione diversa. A proposito, approfitto della domanda per cogliere l’opportunità che, questa, mi presenta di dare una esemplificazione a quanto sostenevo prima circa il “modello feudale” instaurato in Regione. Il Presidente Iorio è accompagnato nell’organizzazione del suo apparato politico allargato ai vari enti locali da parenti stretti e strettissimi".

Nell'area di centro-sinistra, in queste ore si è assistito ad una specie di 'compattamento' sulla lista che fa capo a Paolo Frattura, sulla quale è convenuto anche il FLI di Gianfranco Fini. Questa alleanza è secondo alcuni 'contro natura', visto che molti dei finiani provengono dall'area del centro destra. Quale è la sua opinione in proposito?
«È una notizia che non risponde al vero. Il Fli di Gianfranco Fini non fa parte della nostra coalizione. Il Presidente Fini, con una coerenza e una trasparenza di comportamento delle quali gli va dato atto e che danno merito alla statura politica del personaggio, ha negato al coordinatore regionale del suo partito, ritirandogli il mandato, l’autorizzazione a partecipare con il marchio Fli a un’alleanza con il Governatore Iorio del Pdl. Ha ritenuto, in pratica, che avrebbe generato una situazione di intollerabile incoerenza politica la circostanza che, mentre a Roma si trova all’opposizione di Berlusconi, qui in Molise, non essendosi create le condizioni per far nascere il Terzo Polo, si fosse alleato con il Pdl. Se proprio su questa vicenda va trovata una anomalia, questa la si deve ricercare tutta all’interno del partito di Casini. In Molise l’Udc ha fatto di tutto per evitare la nascita del Terzo Polo e per assicurare un paio di posti sicuri agli esponenti locali del partito non si è preoccupato minimamente di dar luogo a un esempio di incoerenza e contraddittorietà politica senza precedenti».

Sulle elezioni regionali del Molise pesa anche l'incognita del non-voto. Il rischio astensione, secondo alcuni - data anche il momento storico di disaffezione nei confronti della politica – può influire molto. Cosa si può dire agli elettori per invitarli a non snobbare il voto?
"Confesso che, a titolo personale, non me la sentirei di dare completamente torto a quanti si sono allontanati dalla politica. Molti, troppi, politici hanno dato testimonianze di inettitudine, incapacità, arroganza, incompetenza, gestione scorretta del potere, volgarità tali da creare disaffezione per qualunque questione fosse contaminata dalla politica. Io stesso ho provato le stesse sensazioni. Poi ho avuto uno scatto di orgoglio e piuttosto che guardare dall’alto quanto sarebbe successo nella regione e nel paese ho deciso di affrontare una scelta, se vogliamo, folle. Così ho deciso di dare un senso diverso alla mia protesta candidandomi per la parte più debole! Quella che nel corso degli ultimi anni aveva perso tutte le competizioni elettorali. E l’ho fatto nel modo più difficile e complesso affrontando le primarie, dove sapevo che sarei stato rifiutato in maniera energica senza compromessi e senza nessuno sconto da chi pretendeva da me un “DNA” di sinistra non contestabile. Ho subito attacchi di ogni genere, da tutte le parti. E l’ho fatto con un unico obiettivo: offrire la mia collaborazione, totale, disinteressata. Ci ho messo la faccia, sapendo tutti i rischi che questa mia decisione avrebbe comportato, sul piano personale, professionale. Per il mio futuro. Ho impegnato il mio futuro anche per loro per dare un esempio diverso di protestare. Una protesta che chiede di sporcarsi le mani per raggiungere la crescita della collettività. Tutti insieme ce la facciamo. Io da solo mi sono solo candidato per iniziare la cordata. Il resto spetta ai cittadini: soprattutto a quelli che oggi sono ancora indecisi o non disponibili a votare. Sono solo loro che possono diventare i protagonisti del cambiamento del Molise; loro i veri e soli responsabili del loro futuro e di quello dei loro figli".

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