L'ultima figuraccia è quella di La Russa, ma nella lista c'è posto anche per Mastella e Rutelli
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"Non voglio farla tutta in inglese perché ho paura di fare qualche imprecisione". Lo aveva detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa prima della conferenza stampa sulla liberazione della nave italiana Montecristo. Lui lo sapeva, ha tentato anche di prepararsi alla buona: "Come si dice mi congratulo?", ha chiesto prima di cominciare, ma niente. Se l'inglese non si sa, non si sa: difficile inventarselo.
In realtà, ci ha anche provato: "My congratulations to...", ma nella ricostruzione del blitz il nostro ministro si è perso. E allora basta: "Si fa a modo mio", ha detto innervosito ai giornalisti. E cioè si parla in italiano, con la consapevolezza però che ormai il danno è stato fatto: "Questa - ha commentato autorinico - va su Striscia". Ma, almeno (si fa per dire), non è solo: la lista dei nostri politici impreparati sulla lingua straniera è bella fornita. C'è Clemente Mastella con il suo "ai em parlamentari europei!" e perché no, anche l'ottimo Francesco Rutelli: un altro classico con le sue pause infinite. Insomma il tema delle lacune linguistiche della politica italiana rispetto a quelle degli altri paesi europei è antico, ricorrente e fondato. Ecco qualche esempio pratico.
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Clemente Mastella: "ai em parlamentari europei!"
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Francesco Rutelli e le sue pause infinite