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8 marzo, Mattarella: grazie alle donne, creano una società più equa

"La voce delle donne spaventa i violenti perché le loro parole evocano pace. Io le ringrazio e accolgo la loro passione, le fatiche, i sogni e le amarezze"

Nel giorno dell'8 marzo accolgo qui al Quirinale "la passione, le fatiche, i sogni, le amarezze e la gioia di tutte le donne italiane.

Della metà dell'Italia! E vi ringrazio per la vostra quotidiana e spesso faticosa azione in favore di una società più equa, più accogliente, più solidale e più integrata". Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto il proprio discorso in occasione della Festa della donna.

"Il femminicidio è un'emergenza sociale" - Mattarella ha inoltre lanciato un nuovo appello contro il fenomeno del femminicidio, diventato ormai in Italia "un'emergenza sociale tragica e inquietante".

"La voce delle donne evoca la pace" - Il capo dello Stato ha voluto dedicare la sua attenzione soprattutto alla pace, sottolineando "quanti ostacoli, incomprensioni e pregiudizi" le donne debbano ancora oggi affrontare tutti i giorni. "Di pace abbiamo bisogno - ha affermato - anche nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, persino nelle nostre istituzioni". E ha sottolineato il ruolo delle donne dicendo che "la loro voce spaventa i violenti perché evoca ed esprime pace. L'augurio che rivolgo a tutte le donne italiane è che la loro voce sia forte, compatta e ascoltata dovunque".

"Il lavoro delle donne decisivo per l'economia" - Il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato che "il lavoro femminile, la crescita demografica, l'educazione dei figli sono fattori decisivi non solo per la tenuta di una società ma anche per il suo sviluppo economico". Le donne, ha aggiunto, "costituiscono un serbatoio di saggezza, di generosità, di attitudine a smussare conflitti e a respingere la violenza. Anche per questo dobbiamo impegnarci di più per promuovere il lavoro e la partecipazione femminile, in tutti i settori. Dobbiamo garantire alle donne la piena compatibilità tra la cura della famiglia, funzione essenziale per lo sviluppo di un Paese, e l'attività professionale".

"Abbiamo tutti l'obbligo - ha poi avvertito -, ma anche reale interesse, a rimuovere quegli ostacoli di natura economica, sociale, e purtroppo di abito mentale che ancora impediscono a tante donne di raggiungere livelli apicali e parità di retribuzione".