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Una generazione di brekfast skipper

18 Nov 2010 - 18:47

La colazione è il pasto più importante della giornata anche se spesso lo si trascura per pigrizia o per fretta. Eppure, chi ben incomincia è a metà dell'opera. E questo vale anche per quello che riguarda l'andamento della giornata. Per questo gli esperti raccomandano: la prima colazione è una vera iniezione di "carburante", necessaria per partire con il piede giusto e affrontare al meglio le ore iniziali della giornata. In ufficio, ma soprattutto a scuola.

Eppure, solo il 30% consuma un primo pasto adeguato, mentre 7 su 10 sbagliano qualità o quantità degli alimenti assunti. Il dato più allarmante riguarda proprio i bambini: il 10-30%, in Europa come negli Usa, salta del tutto la colazione, rischiando problemi di salute e in primis sovrappeso e obesità. Il monito arriva dagli specialisti riuniti al Congresso Milanopediatria 2010, con la presenza dei principali esperti mondiali in materia.

Sotto accusa l'inappetenza, il cattivo esempio in famiglia, la fretta imposta dai nuovi modelli di vita, tutti elementi che contribuiscono a delineare una generazione di 'breakfast skipper', termine anglosassone per definire i piccoli che mancano regolarmente l'appuntamento chiave con la prima colazione. Il risultato è che per lo più si finisce per rimpinzarsi in modo sbagliato a pranzo, a cena o peggio ancora fuori pasto. Risultato: "I breakfast skipper corrono più rischi di sviluppare obesità", avverte Marcello Giovannini, presidente del summit meneghino.

Dopo il digiuno notturno, dunque, sedersi a tavola entro due ore dal risveglio è un 'must' per essere sicuri di rendere al massimo sui banchi o dietro la scrivania. Ma se saltare del tutto la prima colazione è in assoluto il principale  degli errori alimentari, per non disturbare gli equilibri metabolici dell'organismo è necessario anche scegliere bene cosa mettere nel piatto. "L'indicatore biologico da tenere costantemente sotto controllo è l'indice glicemico", spiega Livio Luzi della Facoltà di scienze motorie dell'università degli Studi di Milano.

"Se a colazione una persona sana, non diabetica, assume alimenti che fanno schizzare troppo in alto questo parametro - precisa l'esperto - si verifica un aumento della produzione di insulina", l'ormone 'sentinella' dei livelli di zucchero nel sangue. A sua volta, "nel giro di 2-4 ore il picco insulinemico abbatte nuovamente la glicemia, causando tra mezzogiorno e le 14 una sensazione acuta di fame molto simile a quella tipica del digiuno". Si arriva insomma all'ora di pranzo con il classico buco nello stomaco come se non si mangiasse dalla sera prima e la tentazione di abbuffarsi diventa irresistibile.

Per dribblare chili di troppo e malattie cardiovascolari, dunque, "a colazione è importante evitare di assumere troppi zuccheri semplici", insegna l'esperto. Occhio quindi a non dolcificare il caffelatte con le cucchiaiate troppo generose. Meglio invece "preferire i carboidrati complessi che rappresentano una fonte energetica di lunga durata, aiutando a mantenere alta la soglia dell'attenzione". Inoltre, "ai carboidrati vanno aggiunti anche grassi e proteine". Nel concreto, "via libera a biscotti ad alto contenuto proteico, integrali o secchi, a fette biscottate e cereali e ad alimenti come le creme spalmabili a base di nocciola e cacao".

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