Società

Il potere di una stretta di mano

E' il segreto per fare buona impressione

23 Ott 2012 - 13:01
 © Dal Web

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E' uno dei gesti prescritti dalla buona educazione, come saluto, in segno di ringraziamento o come presentazione davanti a un estraneo. Ha origini molto antiche, ma la sua attualità è sempre in primo piano, tanto che la sua efficacia come "biglietto da visita" è confermata da uno studio di neuroscienze: stringere la mano al nostro interlocutore aiuta a fare una migliore impressione, specie in ambiente lavorativo. 

Stringersi la mano in segno di amicizia è un gesto di antica origine e comune a numerose culture, anche se con una serie di varianti. I primi esempi risalgono a oltre 5000 anni fa, come dimostrano alcuni geroglifici egiziani che raffigurano patti tra uomini e dei, in cui le figure si stringevano la mano in segno di accordo. In Europa la consuetudine risale ad epoca probabilmente medievale, quando i signori di famiglie diverse si stringevano l'avambraccio e il polso per mostrare (e verificare nel loro interlocutore) che non si nascondessero armi bianche in mano o nella manica. In Nordafrica la stretta di mano si accompagna spesso al gesto di portare la mano libera al petto.
Ora uno studio, pubblicato online sul "Journal of Cognitive Neuroscience" offre la chiave per comprendere l'effetto di questo gesto sulle valutazioni che facciamo di una interazione sociale. Lo studio, condotto da Florin Dolcos del Beckman Institute, mostra che "una stretta di mano che precede l'interazione sociale migliora l'impatto positivo dell'approccio". Lo conferma anche la ricercatrice Sanda Dolcos: "Abbiamo scoperto che questo gesto non solo aumenta l'effetto positivo nei confronti di una interazione favorevole, ma diminuisce anche l'effetto di una impressione negativa. Molti rapporti sociali possono andare male per un motivo o un altro - precisa l'esperta - Una semplice stretta di mano preventiva ci può dare un aiuto e attenuare l'impatto negativo di eventuali malintesi".
Gli studiosi hanno osservato 18 volontari, maschi e femmine, per mezzo della risonanza magnetica funzionale, con test sulla conduttività cutanea e risposte comportamentali. I volontari hanno seguito e valutato alcuni video animati di interazioni non verbali in un contesto di lavoro. L'analisi dei dati sulle aree cerebrali ha mostrato nel loro cervello "una maggiore sensibilità" dell'amigdala e del solco temporale superiore, legati a una valutazione positiva dell'approccio e a un impatto positivo della stretta di mano". Un'altra regione del cervello che si è attivata nel caso della stretta di mano è il nucleo accumbens, che reagisce all'elaborazione di premi e ricompense. 

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