Coppia

Coppia: farsi belle cura il mal d'amore

A rapporto finito lei spende di più

03 Ott 2011 - 09:56
 © Dal Web

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Lo shopping e le cure estetiche personali come rimedio al mal d’amore. Una donna con il cuore spezzato può arrivare a spendere fino a quasi 600 euro per rimettere in piedi l’immagine di sé, forse intaccata dalla rottura di un rapporto di coppia.. 

Ecco quanto emerso da un’indagine promossa dalla nota catena londinese di cosmetici, Superdrug (http://www.superdrug.com/). Il sondaggio, che ha coinvolto circa 2.000 donne del Regno Unito, mostra come le donne, per recuperare un po’ di autostima, si lancino in grandi spese per rifarsi – per così dire – il trucco. "Essere mollate, inaspettatamente o no, rende vulnerabile anche chi è più forte", commenta Simon Comins di Superdrug "La ricerca rivela che le donne stanno cominciando a chiedersi cosa sia andato storto nel loro rapporto e hanno dubbi sul loro aspetto".
E così, per mettere a tacere il sospetto che l’amore sia finito per una qualche “mancanza” riguardo al poprio essere, la donna ritiene necessario intervenire: via libera quindi a un nuovo taglio di capelli, uno o più vestiti, un bel paio di scarpe, una trousse di trucchi e, magari, una crema autoabbronzante… ma non manca nemmeno l’abbonamento alla palestra o un ciclo di sedute presso un centro estetico o il solarium.
Circa la metà delle donne intervistate ha ammesso di avere cambiato quasi o del tutto il proprio aspetto per mettere a tacere il senso di inadeguatezza e il non sentirsi amata. Per far ciò, come evidenziato dall’indagine, le partecipanti hanno speso un bel po’ di soldini; tuttavia ben il 74 per cento di loro ha dichiarato non essersi affatto pentita dell'investimento effettuato. Questo perché la decisione le ha aiutate a ricostruire la fiducia in se stesse. "La vita come single è molto più costosa rispetto a quando si fa parte di una coppia. Così come si spende di più per il mantenimento del proprio aspetto, automaticamente si spende di più per socializzare con gli amici", conclude Simon Comins. 

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