frontiere tecnologiche

Tumori, al Besta cura hi-tech con il cyberknife

All'istituto neurologico milanese tre nuove attrezzature per la diagnosi e gli interventi

21 Set 2011 - 16:42
 © Ap/Lapresse

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Il cyberknife, la risonanza magnetica 3 Tesla e l'angiografo biplanare sono gli ultimi “gioielli” del parco tecnologico della Fondazione Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano. Andranno a potenziare con strumenti di ultima generazione la diagnostica nei reparti di neuroradiologia e radioterapia della sede di via Celoria. Per individuare ed intervenire su tumori sempre più piccoli, prerogative per una maggiore guarigione.

Il cyberknife
"Il cyberknife – spiega Laura Fariselli, direttore unità di radioterapia del Besta -, durante l’intervento radio-chirurgico, localizza con estrema precisione il tumore, orienta il fascio di radiazioni del bisturi cybernetico sul letto operatorio, corregge la sua posizione in base ai movimenti del paziente o del tumore, riduce in maniera significativa l’irradiazione dei tessuti sani adiacenti al tumore, prerogativa per una maggiore guarigione, di una minore tossicità e di una migliore qualità della vita del paziente. Inoltre consente di ridurre i tempi di trattamento fino al 40% rispetto alle precedenti versioni con un maggior comfort per i pazienti e la possibilità di aumentare il numero di trattamenti giornalieri". I cyberknife di ultima generazione aprono la strada per la cura di patologie come il tremore nel Parkinson".

La risonanza magnetica 3 Tesla
"Con la Risonanza Magnetica 3 Tesla – spiega Maria Grazia Bruzzone, direttore unità di neuroradiologia - è possibile ottenere informazioni anatomiche e strutturali di decimi di millimetro in tempi rapidi. Ciò consente di individuare strutture e alterazioni molto piccole nell'ipofisi, nell'ippocampo, nei nuclei propri del tronco, nei nervi cranici, ecc. Lo strumento permette di rilevare minime alterazioni responsabili per esempio di crisi epilettiche. Con questa risonanza magnetica si potranno studiare aspetti cognitivi molto complessi come il meccanismo delle decisioni e le emozioni. Lo strumento consente una rappresentazione tridimensionale molto raffinata delle aree funzionali più importanti dell'encefalo (aree del linguaggio, aree motorie) e della rete di fibre nervose che le collegano".

L'angiografo biplanare
Quanto all'angiografo biplanare, spiega Elisa Ciceri, responsabile Unità di neuroradiologia intervenzionale, "permette di effettuare una angiografia cerebrale in minor tempo e con dimezzamento della quantità di mezzo di contrasto e riduzione della esposizione ai raggi, con chiaro beneficio per il paziente. Durante il trattamento di malformazioni vascolari come gli aneurismi, garantisce la visualizzazione contemporanea dei vasi da più prospettive, rendendo la procedura stessa più rapida ma, soprattutto, più sicura. Inoltre l’apparecchiatura permette in pochi minuti la ricostruzione tridimensionale dei vasi sanguigni e la fusione dell'immagine con quella della Tac e all’angioTac. Ciò consente di pianificare meglio un eventuale intervento chirurgico e di evitare, in caso di sospette complicazioni come ematomi cerebrali, di dover trasportare il paziente a fare la TC, permettendo di intervenire nel minor tempo possibile”.

"Le innovazione che oggi presentiamo – ha ricordato il presidente dell'istituto Besta, Carlo Borsani - sono parte di una strategia basata sul continuo aggiornamento e sul potenziamento delle attrezzature tecnologiche che concorrono a fare della Fondazione uno dei centri di riferimento della neurologia e della neurochirurgia a livello nazionale, come testimonia, peraltro, la provenienza di circa il 54% dei pazienti dalle altre regioni italiane e, in alcuni casi, anche dall’estero".

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