Savino Francesco Buldo racconta la scelta di rimanere a lavorare in Basilicata e la volontà di dedicarsi a una pianta particolare, con un metodo di lavorazione innovativo e l’offerta di un’esperienza che vuole rilanciare la bellezza del territorio
Una scelta di cuore. Una scelta dettata dall’amore per la propria terra e dalla capacità di sentirsi, proprio in questo luogo, felici. Savino Francesco Buldo spiega così la decisione di rimanere a lavorare al Sud, nella sua Basilicata: a Lavello (in provincia di Potenza), per la precisione, dove è nato e cresciuto in una famiglia di agricoltori che ha fortemente voluto investire sul territorio senza rinunciare all’innovazione. “I giovani che scelgono di restare qui sono coraggiosi e dovrebbero essere sostenuti e incentivati anche dalle istituzioni”, spiega Alessia Buldo, sorella di Savino.
L’IDEA DELLA LAVANDA
Savino Francesco Buldo è il titolare dell’azienda agricola Buldo che si occupa di diverse colture come cereali, ortaggi, legumi e frutta, e che da tre anni ha iniziato a dedicarsi anche alla coltivazione della lavanda. "L'idea di lavorare questo tipo di pianta officinale mi ha entusiasmato sin dall'inizio, sia per la sua particolarità poco nota in Basilicata, sia per il suo utilizzo sempre più diffuso in ambito farmaceutico e cosmetico”, spiega Savino.
TURISMO ED ESPERIENZE
Ma coltivare la lavanda significa di più: significa offrire un prodotto completo e innovativo, con tante particolarità benefiche, calmanti e rilassanti. Ma significa anche incentivare una nuova forma di turismo: perché i campi di lavanda attraggono turisti, esperti, appassionati di fotografia e permettono così di valorizzare ulteriormente quel territorio a cui Savino è legato da un amore viscerale. Per questo far conoscere la sua amata Basilicata anche attraverso i campi di lavanda è una delle sue missioni. La coltivazione della lavanda ha portato alla nascita di “Bloom”, una vera e propria esperienza nelle terre dell’azienda Buldo. “Bloom” significa fiorire: “Credo che ognuno di noi per fiorire abbia bisogno di innovarsi e non esiste metafora migliore dell'agricoltura che ci insegni proprio il concetto del fiorire”, racconta sempre Savino, che si occupa in prima persona di tutto, dalla coltivazione della lavanda fino al prodotto finito.
UNA VERA E PROPRIA FIORITURA
Di “Bloom” si occupa anche la sorella Alessia, attenta a creare eventi e collaborazioni per la visibilità del campo e, per far apprezzarne la bellezza e sfruttarla al meglio. Nei mesi che vanno da giugno ad agosto “Bloom experience” è il progetto che accompagna tutto il periodo di fioritura con eventi incentrati sulla conoscenza della coltura, sulla condivisione di emozioni e tramonti estivi, sulle passeggiate tinte di viola accompagnate da un inebriante profumo, sulla passione fotografica con il “photo contest” che vede sempre la partecipazione di numerosissimi fotografi, su attività ludico motorie in connessione con la natura come lo yoga. Insomma un modo per vivere e far vivere completamente un prodotto, un modo di lavorarlo e proporlo al cliente finale.
LE 6 FASI DI LAVORAZIONE
La lavorazione della lavanda prevede 6 fasi. La prima è molto delicata e inizia con la preparazione del terreno con concimazione organica a cui segue il trapianto a mano della pianta della lavanda. La pianta deve instaurare bene il suo apparato radicale e trovare il suo habitat ottimale (anche se non richiede costante irrigazione come altre colture perché l’acqua piovana è ciò di cui necessita).
La seconda fase dipende dal periodo di trapianto: in prossimità dell’inverno c’è una fase dormiente in cui la pianta non richiede attenzioni particolari, vista la sua rusticità. Si tratta infatti di una pianta perenne, ma è comunque buona pratica rinnovare la sua sostanza organica con apporti periodici di compost o letame maturo. Con la terza fase e l’arrivo della primavera poi la pianta inizia a crescere di volume e a dare vita ai suoi fiori, inizialmente simili a spighette viola.
La piena fioritura avviene durante la quarta fase tra giugno e luglio quando, oltre ad emanare un profumo inebriante e offrire uno scenario di un colore che rilassa e affascina, permette di concludere la sua produzione con la raccolta. Dopo aver raccolto tutto, in questo caso a mano, si prosegue con la distillazione in vista della sesta e ultima fase, quella, appunto, della distillazione che permette di ottenere gli oli essenziali, la miscela che cattura e conserva le proprietà benefiche della pianta.