Tgcom24 l’ha testata nei “territori” Fiat delle Langhe
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C’è un’evidenza nella nuova Chrysler dell’era Fiat: ha fiducia in sé stessa e non teme di lanciare sfide ardite. Lo dimostra la Jeep Grand Cherokee SRT, la Jeep più potente e veloce mai realizzata, capace di performance dinamiche degne di una sportiva, senza intaccare di una virgola le qualità in fuoristrada del Suv americano. Tgcom24 è andata a scoprirla nei “territori” Fiat delle Langhe e ci ha conquistati.
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Nei tornanti sovente in saliscendi dei luoghi intorno ad Alba, Jeep Grand Cherokee SRT dà il meglio di sé, rivelando né più né meno l’eccezionale comportamento stradale. Le nuove sospensioni con ammortizzatori attivi, il sistema di gestione automatica della trazione e il cambio automatico infondono la massima precisione di guida e permettono anche al meno esperto di affrontare terreni difficili, senza che debba sottostare a frequenti cambi marcia e scalate rapide. Un macchinone di incredibile maneggevolezza, che non fa pesare la sua mole, con i cerchi in lega da 20 pollici e l’assetto ribassato di 3 cm. Straordinaria la capacità dei freni Brembo High Performance, che dai 100 km/h arrestano la vettura in appena 35 metri.
A permettere tanta straripante dinamicità è anche la motorizzazione: il V8 benzina di 6,4 litri di cilindrata è capace di scaricare a terra 468 CV di potenza, più di una Maserati Quattroporte per intenderci, e il sound del motore è pure abbastanza simile alla berlina modenese. Un motore americano, con l’intelligente tecnologia che dimezza il numero dei cilindri – da 8 a 4 – se le condizioni di marcia non dovessero richiedere surplus di potenza. E così il V8 consuma e inquina meno di quel che la cilindrata fa pensare, pur assicurando una coppia massima di ben 624 Nm, una velocità massima di 257 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 in soli 5 secondi!
Non più di tanto abbiamo potuto testare le doti 4x4 della Grand Cherokee SRT. Ma il “Quadra Trac” è noto nella produzione Jeep, un sistema di trazione integrale Active on-demand e coadiuvato dal differenziale posteriore autobloccante elettronico a slittamento limitato. Volendo, il guidatore può selezionare manualmente tra 5 modalità di marcia: “Auto” è la più comoda, in automatico si adatta a qualsiasi fondo stradale e sfrutta al meglio il lavoro delle sospensioni attive; “Sport” promette un’esperienza di guida più dinamica; “Tow” riduce i movimenti di beccheggio e rollio per incrementare la capacità di traino; “Track” offre una taratura delle sospensioni che pondera le alte prestazioni con la miglior trazione; “Snow” per le strade innevate.
Al vertice della gamma Grand Cherokee, questa versione SRT si propone oggi sul mercato italiano con un equipaggiamento di gran classe: doppio tetto panoramico, sistema di intrattenimento e navigazione satellitare UConnect GPS, impianto audio Harman Kardon da 825 watt e 19 altoparlanti. Tutto di serie, come molti dispositivi per la sicurezza. Anche la personalità è specifica rispetto alle altre tre versioni di Grand Cherokee: la SRT ha i doppi estrattori d’aria sul cofano e il doppio terminale di scarico maggiorato.
Personalità sportiva anche per gli interni, dov’è il volante sportivo con comandi integrati, le finiture in pelle e fibra di carbonio, tutti i sedili riscaldabili in pelle Nappa e gli anteriori anche ventilati, i poggiatesta anteriori attivi regolabili. Certo c’è da chiedersi chi in Italia (Lapo a parte…) comprerà un Suv con un motore così, di cilindrata 6.4 a benzina. Ma il punto è che Jeep Grand Cherokee SRT è un prodotto di posizionamento, serve a dimostrare che un Suv Jeep non teme neanche una Range Rover. In tutta Europa se ne venderanno 500 (qualche decina da noi), ad un prezzo di 76.000 euro l’uno.