Nel 2015 hanno perso la vita 26.300 persone
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Si avvicinano le vacanze estive e torna dʼattualità il problema della sicurezza stradale. Il traffico degli esodi e dei controesodi mette infatti a nudo molti dei problemi della viabilità, ai quali le istituzioni cercano di porre gli argini. È di pochi giorni fa la notizia che il numero delle vittime di incidenti stradali è tornato a crescere nell’Unione Europea: 26.300 persone hanno perso la vita nel 2015, +1,3% rispetto al 2014. Non è poco, perché si tratta di 70 vittime al giorno!
I dati sono stati diffusi dalla 10° edizione del Road Safety Performance Index Report, cui partecipa lʼAci per lʼItalia. Nel nostro Paese le vittime sono aumentate anche di più, 1,4%, per 3.430 persone che lo scorso anno hanno perso la vita su strada, 49 in più del 2014. In Italia muoiono ogni giorno 10 persone in incidenti stradali, e la cosa prende la bocca dello stomaco a pensarci. Il Report ha indotto il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti a formalizzare tre rapidi interventi per invertire la tendenza: aumentare i controlli sulle violazioni del Codice della Strada; investire di più in infrastrutture; incidere di più nella lotta a velocità e uso di alcol. Questʼultimo è causa diretta e indiretta del 25% dei decessi. Altrimenti lʼobiettivo di ridurre del 50% la mortalità stradale entro il 2020 non sarà raggiunto.
Quanto agli Stati, la situazione varia da Paese a Paese. LʼItalia tutto sommato è stata nella media europea negli ultimi due anni, ma alcuni Paesi UE ‒ come Estonia e Irlanda ‒ hanno ridotto la mortalità del 14% in un anno. Gli altri Stati baltici ‒ Lettonia e Lituania ‒ lʼhanno diminuita dellʼ11% e bene ha fatto anche la Polonia (-8,2%), ma va detto che la maggior parte dei Paesi dellʼEst Europa veniva da situazioni molto critiche e per lo stato delle strade e per il parco circolante. A Ovest le migliori performance sono di Svezia (-4,1%) e Danimarca (-2,7%), mentre la peggior notizia arriva da Cipro con un tragico +26,7% nel 2015. Aumenti preoccupanti pure in Finlandia (+13,5%), Croazia (+13%), Slovenia (+11%), Austria (+10,5%) e Malta (+10%).