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Di Maio, i caselli e la tariffa flat per le autostrade europee

Idee in contrasto con la libera concorrenza

Le immagini del duo Di Maio-Di Battista in auto verso Strasburgo, sede del Parlamento Europeo, hanno suscitato molti commenti (perlopiù ironici) e sul web impazzano i meme e le parodie dei due protagonisti tratte da film e scenette varie.

Tipo quella di Osho apparsa sul quotidiano Il Tempo: “Prendiamo il tunnel del Brennero, come consiglia Toninelli”.

Ma virando sul serio, le critiche da fare alle proposte dei due leader pentastellati in materia di trasporti sarebbero ancora più pregnanti. Sotto la lente unʼaffermazione del ministro Di Maio sulle autostrade europee: “Dobbiamo parlare di una rete autostradale europea con tariffa unica. Deve sparire il casello e dobbiamo introdurre una tariffa annuale per lʼutilizzo della retee conclude ‒. Questi soldi vanno a una società stradale che li usa per fare le strade ed investire”.

Tariffa unica europea? Abbonamenti flat? Una società unica europea? Ma di che si parla e come farle tutte queste cose? E sarebbe poi giusto farle? Sulla tariffa unica europea significa far pagare allo stesso prezzo autostrade molto diverse tra loro: ci sono quelle con elevata efficienza in termini di scorrevolezza e congestione dei flussi di traffico e quelle invece ancora a due corsie (sulla nostra ammiraglia A1 ad esempio, centinaia di km a due corsie!); cʼè poi la qualità tecnica dei materiali impiegati, non uguale fra le autostrade dei 28 Paesi dellʼUE; cʼè la rete dei servizi autostradali che non è uguale da Paese a Paese. Senza dimenticare che alcune autostrade sono ancora senza pedaggio.

Secondo punto: abbonamenti flat. Non sembra molto in linea con il sentimento di giustizia dei cinquestelle, e non solo perché cʼè chi utilizza più di altri unʼautostrada (si potrebbero inserire fasce di fruizione), ma proprio perché non tutte le autostrade sono uguali fra loro. Abolire i caselli invece sarebbe una cosa fattibile, visto che oggi le tecnologie consentono già di monitorare gli accessi e le uscite dei veicoli, con pagamenti elettronici. Sul terzo punto della società unica europea siamo invece alla negazione della libera concorrenza! Cʼè un mercato della mobilità fatto anche di tratte alternative fra loro, ci sono autostrade pubbliche ma anche private in Europa, dal loro confronto si ravviva anche la competitività delle reti.

Infine ci sono le concessioni. Chi assegnerà le concessioni a livello europeo? Creiamo unʼunica centrale comunitaria? E se poi ci mettono a capo un francese o un tedesco? Suvvia Di Maio e Di Battista, non è difficile capire che ogni Paese assegna ‒ in base a propri criteri e proprie esigenze economiche ‒ le concessioni in materia autostradale (e non solo), e non vorrà certo rinunciare a questo potere. E poi più società ci sono e più viva sarà la concorrenza. Chi è al governo dovrebbe salvaguardare questʼultimo aspetto, magari facendo partecipare alle gare più società straniere. E vigilare poi su ponti e viadotti con i propri ispettori, perché lo Stato resta pur sempre il padrone della strada.