© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Ritratto di un manager che ha respirato gli scarichi delle automobili fin da bambino
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
La notizia era nellʼaria, soprattutto dopo che il 7 gennaio Luca de Meo si era dimesso dalla guida di Seat. Ma ieri è arrivata la conferma: il Consiglio di Amministrazione Renault ha nominato il manager italiano Direttore Generale di Renault S.A. e Presidente di Renault s.a.s., con ingresso effettivo a partire dal 1° luglio 2020.
Una lunga esperienza nel settore automotive quella del manager nato a Milano ma di origini pugliesi e globetrotter da sempre. Con un compito difficile: sostituire Carlos Ghosn alla guida del gruppo Renault e ricucire lo strappo con lʼalleata Nissan, da cui è scaturita lʼintera vicenda giudiziaria e umana dellʼex super manager franco-brasiliano-libanese. Ma De Meo conosce Renault, è lì che ha mosso i primi passi nel mondo dellʼauto dopo la laurea in Bocconi, e il CdA che lʼha voluto apprezza la sua esperienza nei gruppi Toyota, FCA (affianco a Marchionne) e Volkswagen.
Da Parigi a Torino a Berlino, tornando spesso a Pescara dove vivono i suoi genitori (e Luca prese la maturità scientifica), fino a Barcellona. Qui negli ultimi 5 anni ha guidato Seat, portandola dalle scarse 400 mila auto vendute nel 2015 alle 574.100 del 2019. Un record assoluto per la Casa spagnola, basti pensare che quando De Meo ne prese le redini non si facevano Suv, ora invece cʼè una gamma completa con Ateca, Arona e Tarraco. Così Volkswagen ha assegnato man mano a Seat la produzione di Audi Q3 nello stabilimento catalano di Martorell e la gestione di tutte le attività in Nord Africa. Ma andiamo ora a scoprire 10 cose poco note del manager 52enne.
1) La passione per le automobili nacque in Costa dʼAvorio. Ad Abidjan il papà di Luca gestiva una concessionaria Lancia e nel dicembre 1973 vi si corse il Rally Bandama, occasione che permise al piccolo Luca di conoscere il pilota Arnaldo Cavallari. Un anno dopo questi tornò e fece fare a Luca un giro sulla Lancia Fulvia HP. A raccontare lʼepisodio è Carlo Cavicchi, firma del motorsport italiano e presente a quel Rally del ʼ73.
2) Il 4 luglio del 2007 il giovane responsabile del marketing Fiat mobilitò Torino per la notte bianca in cui fu presentata la Fiat 500. Grandi feste tra i Murazzi e il Valentino, lo show curato da Marco Balich e la diretta su Canale 5 per il “lancio” (nel vero senso della parola…) della vettura dallʼalto.
3) Passato a guidare Alfa Romeo, De Meo si mosse sulla stessa linea e al Castello Sforzesco di Milano ‒ per la presentazione della Mito ‒ gli allora Presidente e amministratore delegato del gruppo, Montezemolo e Marchionne, pur presenti allʼevento, gli lasciarono interamente la scena.
4) Cʼè un antefatto che va ricordato: nel 1999, a 32 anni, De Meo entrò in Toyota e curò il lancio europeo della Yaris… Poco da aggiungere, conoscendo lʼepica del modello, a breve pronto per la quarta generazione.
5) Lʼattività di Luca De Meo nel Marketing gli è valsa nel 2013 una sessione di studi (case study) a lui dedicata allʼUniversità di Harvard.
6) Nel 2011 De Meo ha pubblicato un libro per Marsilio editore: “Da 0 a 500”, con la presentazione di Massimo Gramellini. Il sottotitolo: “Storie, idee e consigli… sullʼautomobile”.
7) Seat coltiva ambizioni sportive (i modelli RS), senza però aver mai recitato un ruolo importante sul mercato. De Meo ha ripreso il nome Cupra di alcuni vecchi modelli e lʼha trasformato nel brand premium e sportivo della Casa. Il modello? Abarth per Fiat (che aveva gestito negli anni torinesi).
8) È cittadino onorario di Locorotondo, deliziosa cittadina della Valle dʼItria, e ha convinto Audi a sponsorizzarne il “Viva, Festival di musica elettronica”. Ha pure portato il management Audi e Volkswagen a cena a Martina Franca per scoprire le meraviglie di questʼangolo della Puglia.
9) Per ammissione della madre, originaria di Locorotondo, Luca non ha mai vissuto più di 7 anni in una stessa città. Condividono il primato Milano, dove ha frequentato lʼUniversità, e Torino dove ha lavorato in Fiat.
10) Lascia Seat dopo aver avviato i programmi di “micromobilità”. Sarà questa, a suo dire, la nuova frontiera del settore automotive, possibilmente condivisa e a guida autonoma.