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A Bratislava primo vertice dell'Unione europea senza Gran Bretagna

Al centro del primo summit senza Gran Bretagna ci sono immigrazione, sicurezza interna e difesa: i temi su cui la Ue si gioca il futuro

Primo vertice Ue senza Gran Bretagna a Bratislava dove si cercherà una "diagnosi condivisa" del malessere che ha colpito l'Unione europea.

Convocato all'indomani della voto sulla Brexit, il summit ha l'obiettivo che i capi di Stato e di governo possano elaborare una diagnosi severa "di ciò che non ha funzionato" e ripristinare stabilità e fiducia nell'Ue. Hollande: le tre priorità sono sicurezza, futuro, lavoro.

Hollande: "Ecco la nostra roadmap" - Arrivando al castello di Bratislava per il vertice, il presidente Francois Hollande ha detto: "L'Europa è davanti alla sfida di vivere a 27. La posta in gioco è quella di fare l'agenda di Bratislava. Con la cancelliera Angela Merkel, con Matteo Renzi e altri leader siamo d'accordo. Vogliamo avere un'agenda con tre priorità che permettano di avere fiducia nel progetto europeo: sicurezza, preparazione dell'avvenire, che significa poter dare lavoro, e dare speranza per il futuro. Questa dovrà essere la nostra roadmap".

Merkel: "Situazione critica, servono i fatti" - Angela Merkel ha sottolineato la "situazione critica" dell'Unione, avvertendo: "Non si tratta ora di aspettarsi semplicemente da un vertice la soluzione dei problemi dell'Europa. Ma si tratta di dimostrare coi fatti che possiamo diventare migliori nel campo della sicurezza, interna e esterna, nella collaborazione nella lotta al terrorismo, nel campo della difesa, in quello della crescita e dei posti di lavoro".

Migranti, l'attacco di Schulz ai Paesi centro-orientali - Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz accusa i Paesi centro-orientali di "aver lasciato sola la Germania" nell'affrontare la crisi dei profughi. Intervistato dalla Frankfruter Allgemeine Zeitung, Schulz ha respinto l'accusa mossa a Berlino dalle cancellerie est-europee di "imperialismo morale" e ha difeso la politica seguita da Agnela Merkel: quello che ha fatto "era giusto", ha detto. Schulz ha poi aggiunto che questi Paesi hanno ottenuto "aiuto militare e sanzioni contro la Russia quando si sono sentiti minacciati da Mosca", ma hanno detto "di non essere pronti a dare un amano" quando si è trattato di mostrare solidarietà sui profughi. Schulz ha infine definito "pericolosa" la situazione della Ue.

La sfida di Bratislava - Divisi sulla Brexit, sulla flessibilità, e anche sull'immigrazione dunque. Divisi anche sull'accordo Ttip di libero scambio con gli Usa. Con i Paesi del gruppo Visegrad che annunciano di puntare alla revisione dei Trattati. A Bratislava i 27 sono praticamente obbligati a trovare un punto di incontro. O almeno arrivare ad una "diagnosi realistica" e soprattutto condivisa perché, come osserva Donald Tusk alla vigilia, "l'unica cosa sensata è fare una valutazione sobria e brutalmente onesta della situazione".

E se da una parte c'è un Jean Claude Juncker che confessa di sognare gli Stati Uniti d'Europa, dall'altra c'è un Tusk che pragmaticamente avverte: non si può partire dalla "beata convinzione" che vada tutto bene. Per evitare che la Ue si sgretoli, insomma, bisogna "assicurare i cittadini che abbiamo imparato la lezione della Brexit".

A Bratislava si cerca un "punto di svolta" per la Ue - Non a caso tutti parlano di un vertice, quello di Bratislava, "cruciale" che deve segnare "un punto di svolta" per il futuro dell'Europa. Lo fa la stessa presidenza Slovacca che indica come obiettivo del summit quello di dare un "chiaro segnale" del fatto che l'Europa è forte, unita e in grado di dare risposte ai cittadini. Lo fa Angela Merkel sottolineando che "l'Europa è a un momento chiave della sua esistenza" ed è "importante decidere insieme su diverse cose". E le fa eco il presidente tedesco Joachim Gauck: a Bratislava si farà "un punto decisivo" sul futuro dell'integrazione europea.

Su immigrazione, sicurezza interna e difesa la Ue si gioca il suo futuro - Di certo i leader dovranno trovare un punto di incontro, per dare un segnale che l'Europa è in grado di superare quella "crisi esistenziale" di cui ha parlato Juncker e frenare l'ascesa dei populisti nelle principali capitali europee. Uno è quello della sicurezza e della difesa.

Federica Mogherini alla vigilia ha inviato una lettera a Tusk, Juncker ed i 27 per aggiornare sul piano della difesa comune. I lavori sono già cominciati. Da Bratislava si punta quindi a far uscire almeno una linea che indichi alcuni punti prioritari, dall'immigrazione alla sicurezza interna e delle frontiere esterne, fino alla crescita e all'occupazione, su cui lavorare per arrivare al vertice di marzo di Roma con nuove proposte o decisioni.