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Venezuela, scontri a Caracas e in altre città: almeno due i morti

Sono 100 le vittime dallʼinizio delle proteste, lo scorso aprile. Lʼintero Paese paralizzato dallo sciopero generale indetto dallʼopposizione. Ma il presidente Maduro nega tutti i dati

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Due persone sono morte negli scontri scoppiati in Venezuela durante lo sciopero generale proclamato dall'opposizione contro il progetto di Costituente del presidente Nicolas Maduro.

Stando alle autorità, un 24enne è deceduto in un quartiere alle porte di Caracas, dove altre tre persone sono rimaste ferite, mentre la seconda vittima, un 23enne, ha perso la vita nella città di Valencia, nel Nord del Paese, dove sono rimaste ferite altre sei persone.

Sale così a 100 il numero dei morti in Venezuela dall'inizio delle proteste contro il governo, nell'aprile scorso.

Barricate, negozi chiusi, trasporti fermi e strade deserte: la capitale e altre regioni del Paese, compresa la seconda città del Venezuela, Maracaibo, sono state in parte paralizzate dalla protesta. Ma i manifestanti si sono scontrati con la polizia in diverse zone di Caracas, dando alle fiamme un deposito della polizia, e diverse persone sono state arrestate. Presa di mira anche la sede della televisione di Stato VTV, colpita con lanci di pietre.

Secondo l'ong Foro Penal, sono 261 le persone arrestate in tutto il Venezuela, soprattutto a Caracas e negli Stati di Zulia e Nueva Esparta, situati nel Nord-Est del Paese. Secondo il vicepresidente del parlamento, Freddy Guevara, deputato dell'opposizione, "è stata raggiunta una cifra dell'85% di adesione allo sciopero".

Per Maduro, invece, la protesta ha avuto poco seguito. "Abbiamo vinto ancora una volta (...) gli unici che possono paralizzare questo Paese sono i chavisti", ha detto il capo dello Stato, assicurando che i principali settori dell'economia hanno funzionato "al 100%".