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Venezuela, Guaidò in piedi sull'auto e con il megafono: appello all'unità contro Maduro

Paese diviso: migliaia di simpatizzanti del chavismo hanno sfilato nel centro di Caracas, nella "Marcia antimperialista bolivariana" convocata dal governo

Venezuela, Guaidò in piedi sull'auto e con il megafono: appello all'unità contro Maduro - foto 1
-afp

Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente del Venezuela, ha parlato alla folla con un megafono, in piedi su un'automobile, dopo che la polizia ha fatto smontare la tribuna eretta per il suo comizio sulla Avenida Victoria, a Caracas.

Guaidò ha chiamato i suoi simpatizzanti alla mobilitazione di piazza "per denunciare chi resta il vero responsabile della crisi della luce, della benzina, degli ospedali e che ha nome e cognome: Nicolas Maduro!".

Nonostante il blackout quasi totale in corso nel Paese da oltre 48 ore, a Caracas sono sfilate due cortei: quello del governo di Nicolas Maduro e dall'opposizione guidata da Juan Guaidò.

In migliaia in piazza anche per Maduro - Migliaia di simpatizzanti del chavismo hanno sfilato nel centro di Caracas, nella "Marcia antimperialista bolivariana" convocata dal governo, per l'anniversario dell'imposizione, da parte dell'allora presidente americano Barack Obama, delle prime sanzioni contro alti dirigenti venezuelani.

"Quando l'impero Usa, disperato, per mettere le mani sulle nostre risorse naturali intensifica le sue brutali aggressioni contro la Patria, ci fermiamo decisi per difendere la nostra terra e gridare con forza: Yankee Go Home!", ha scritto Maduro su Twitter in appoggio della mobilitazione. Il ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, ha partecipato alla marcia dalla sede dell'ente nazionale delle telecomunicazioni, Conatel, al Palazzo di Miraflores, sede della presidenza, e ha detto ai cronisti che "questo che vediamo è un popolo che resiste, e per questo sappiamo che supererà tutte le difficoltà.

Dopo un iniziale ritorno dell'energia elettrica in alcune zone della capitale, nelle prime ore di sabato una nuova interruzione ha lasciato di nuovo Caracas quasi interamente priva di corrente; in alcune zone i semafori sono di nuovo funzionanti ma la metropolitana rimane chiusa.

Il Paese, pur ricco di petrolio, per la produzione di energia elettrica dipende soprattutto dalla sua infrastruttura idroelettrica, che gli ultimi anni di crisi economica hanno visto fortemente deteriorare a casua della mancanza di investimenti suffiicienti. In particolare, ad essere colpiti sono gli ospedali, per la maggior parte privi di generatori di emergenza.