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Usa ordinano il ritiro dello staff non essenziale dall'ambasciata di Cuba

Bloccato il rilascio di visti, allerta ai turisti: "Non recatevi nel Paese". Ma le relazioni diplomatiche continuano

Il governo degli Stati Uniti ha ordinato il ritiro del suo staff non essenziale dall'ambasciata di Cuba a seguito di un "attacco acustico", di origine ignota, sofferto da almeno 21 cittadini americani sull'isola.

L'ordine prevede anche la sospensione del rilascio di visti a tempo indeterminato. Gli Stati Uniti intendono inoltre diffondere una allerta invitando i cittadini americani a non recarsi a Cuba.

Secondo le fonti ufficiali americane citate dalla Associated Press, gli Usa hanno deciso di ordinare a tutto il personale non essenziale dell'ambasciata americana all'Avana, circa il 60%, insieme con i loro familiari, di lasciare la sede della rappresentanza sull'isola. Rimarrà soltanto il "personale di emergenza".

Tillerson: manteniamo relazioni diplomatiche con Cuba - Gli Stati Uniti mantengono le relazioni diplomatiche con Cuba nonostante gli "attacchi acustici" che hanno causato danni a 21 dipendenti dell'ambasciata americana all'Avana. Lo ha detto il segretario di Stato Usa Rex Tillerson. Gli "attacchi" hanno però indotto Washington a ritirare il personale non essenziale dalla sede della sua rappresentanza diplomatica a Cuba oltre a diffondere un'allerta per gli americani che intendono recarsi sull'isola.

L'incontro tra Tillerson e il ministro cubano - La decisione del dipartimento di Stato americano arriva a tre giorni dall'incontro a Washington tra Rex Tillerson e il ministro degli Esteri cubano, Bruno Eduardo Rodríguez Parrilla, il quale non è riuscito a convincere il capo della diplomazia americana che il governo dell'Avana può garantire la sicurezza dei funzionari statunitensi sull'isola. Tillerson aveva anche considerato la possibilità di chiudere l'ambasciata americana, riaperta nel 2015 dall'allora presidente Usa Barack Obama, a cinquant'anni di distanza dalla blocco delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

L'attacco ai diplomatici americani - I rapporti tra Stati Uniti e Cuba sono entrati in crisi dopo una serie di strani episodi che hanno coinvolto il personale degli Stati Uniti: diversi funzionari dell'ambasciata infatti hanno avuto problemi all'udito e all'equilibrio, che in alcuni casi si sono trasformati in danni permanenti. Non è chiaro cosa sia successo e molti esperti parlano di sistemi di registrazione per spionaggio che non hanno funzionato o dispositivi acustici con ultrasuoni in grado di provocare danni all'udito.

L'apertura dell'Avana alle indagini Usa - Il motivo per il quale Tillerson non avrebbe deciso di chiudere l'ambasciata - scrive il New York Times - è il fatto che molto probabilmente il responsabile dell'attacco non sarebbe il governo cubano, ma un altro Paese. Inoltre l'Fbi ha fatto diversi controlli nelle case dei diplomatici americani a Cuba ma non ha trovato alcun apparecchio. Proprio la scelta dell'Avana di consentire alla polizia americana di andare sull'isola e fare una indagine indipendente, rappresenta un livello di apertura mai visto in precedenza e allo stesso tempo sottolinea come l'episodio abbia preso alla sprovvista anche il governo cubano.

Cuba nega attacchi a diplomatici: "Decisione Usa affrettata" - La riduzione del personale diplomatico Usa è una decisione "affrettata". Lo ha dichiarato il governo di Cuba commentando gli ultimi annunci di Washington, ribadendo che l'isola punta a "una cooperazione attiva" per chiarire il misterioso caso.