DUE COLLEGHI FERITI

Ucraina, video-reporter americano ucciso dalle forze russe vicino a Kiev

Due suoi colleghi sono rimasti feriti mentre filmavano i profughi in fuga da Irpin. Il capo della polizia: "Cercano di uccidere i giornalisti che mostrano la verità sulle atrocità in Ucraina"

13 Mar 2022 - 19:51

Un video-reporter americano, il 51enne Brent Renaud, è stato ucciso dalle forze russe e due suoi colleghi sono rimasti feriti a Irpin, nei sobborghi di Kiev. Lo annunciano le forze di sicurezza ucraine. I giornalisti stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud, colpito al collo, è morto sul colpo, mentre i suoi due colleghi sono stati portati in ospedale. 

Chi era Brent Renaud - Il coraggio e lo spirito di avventura non mancavano a Brent Renaud, pluripremiato regista e produttore di documentari con una grande passione: quella per la professione di reporter di guerra. Non c'è teatro di guerra che non abbia conosciuto, lavorando non solo per il New York Times, ma anche per Boston Globe, Nbc, Discovery Channel, Pbs, Vice News. Dopo aver iniziato la carriera di reporter in occasione degli attentati dell'11 settembre 2011, Renaud con le sue riprese ha raccontato gli eventi più drammatici delle guerre in Afghanistan e in Iraq.

Non solo, ha mostrato al mondo anche le immagini del terribile terremoto ad Haiti nel 2010, delle violenze dei cartelli della droga in Messico, della primavera araba in Egitto e del dramma delle carovane di migranti del Centro America. Lavori, tra cui anche alcune serie per il canale Hbo, che sono valsi a lui e al fratello Craig, con cui aveva fondato la piccola casa di produzione Ranaud Brothers, diversi premi internazionali. Come il George Foster Peabody Award, destinato alle eccellenze nel settore delle trasmissioni radio e tv.

Kiev, video-reporter americano ucciso dalle forze russe

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La testimonianza: "Stavamo filmando i profughi in fuga" In un video sui social si può ascoltare la versione di uno dei due giornalisti feriti che descrive come i russi abbiano aperto il fuoco, colpendoli. "Abbiamo attraversato un ponte, stavamo filmando i rifugiati - racconta -. Abbiamo preso un passaggio, qualcuno ci ha offerto di portarci all'altro ponte. Abbiamo attraversato il checkpoint e hanno iniziato a spararci addosso. L'autista ha fatto inversione, hanno continuato a sparare, il mio amico Brent è stato colpito e lasciato indietro. Ho visto che gli hanno sparato al collo, siamo stati separati, poi io sono stato messo sulla barella e portato qui".

L'annuncio del capo della polizia di Kiev su Facebook - Renaud sarebbe caduto sotto i colpi di arma da fuoco sparati dall'esercito russo. A darne l'annuncio, su Facebook, è stato Andriy Nebytov, capo della polizia della regione di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. "Gli occupanti stanno cinicamente uccidendo anche i giornalisti dei media internazionali che cercano di mostrare la verità sulle atrocità delle truppe russe in Ucraina - scrive sul social media -. Un corrispondente di 51 anni del New York Times è stato ucciso a Irpin". 

Il sindaco blocca l'accesso dei giornalisti a Irpin - Il sindaco di Irpin Oleksandr Markushin ha annunciato che ai giornalisti non sarà più consentito l'accesso alla città per ragioni di sicurezza dopo la morte del reporter Renaud. Lo riferiscono i media ucraini.

Non era in Ucraina per conto del Nyt "Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud. Era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi". Lo scrive il New York Times in un comunicato dopo l'uccisione di Renaud a Irpin. "Anche se aveva collaborato con il Nyt in passato (più recentemente nel 2015) non si trovava in missione in Ucraina per il quotidiano. Le prime informazioni riferiscono che lavorava per noi perché è stato trovato con il tesserino del giornale che gli era stato dato per una missione anni fa", si legge ancora nella nota.

La Casa Bianca: "La Russia subirà gravi conseguenze per ciò che fa" La Russia subirà "gravi conseguenze" per quanto sta facendo. Così il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn subito dopo la diffusione della notizia di un video operatore americano ucciso in Ucraina.

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