Alexander Zakharchenko, 42 anni, era a capo della repubblica di Donetsk dal novembre del 2014 e negli anni era sopravvissuto a diversi attentati
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Il capo dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Alexander Zakharchenko, è rimasto ucciso in un'esplosione avvenuta presso il bar Separatist, situato nel centro della città. Lo riportano diversi media russi. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha recintato l'area circostante il locale, e diverse ambulanze. Mosca ha subito incolpato Kiev di essere responsabile dell'omicidio ma i servizi di sicurezza ucraini hanno negato ogni coinvolgimento.
Zakharchenko, 42 anni, era a capo della repubblica di Donetsk sin dal novembre del 2014 e, nel corso di questi anni, era sopravvissuto a diversi attentati. Quando è morto si trovava in compagnia del 'ministro' delle Finanze Alexander 'Tashkent' Timofeyev, anche lui rimasto ferito, così come almeno altre tre persone. Le autorità di Donetsk hanno fatto sapere di aver fermato alcuni "sabotatori ucraini" poco dopo l'attentato mentre percorrevano le strade della città in macchina.
"Si tratta di un'altra aggressione da parte dell'Ucraina: vendicheremo la morte di Zakharchenko", ha tuonato Denis Pushilin, presidente del Consiglio del Popolo di Donetsk. A dargli manforte ci ha pensato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Ci sono tutte le ragioni per credere che dietro questo assassinio vi sia il regime di Kiev: hanno già utilizzato metodi simili, più volte, per eliminare persone indesiderate", ha dichiarato.
"Invece di rispettare gli accordi di Minsk, e cercare modi di risolvere il conflitto interno, i guerrafondai a Kiev stanno attuando lo scenario terroristico esacerbando la complessa situazione nella regione", ha incalzato Zakharova. I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno negato ogni coinvolgimento e hanno puntato il dito contro i "conflitti interni" alle nuove oligarchie di Donetsk e all'opacità dei loro affari.