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Strage di Barcellona, spuntano i segreti dell'inchiesta: "Un italiano frenò la fuga del terrorista"

A un anno dallʼattentato della Rambla i magistrati tolgono in parte il segreto istruttorio. Diffuse per la prima volta le foto dei jihadisti nel covo di Alcanar, saltato in aria alla vigilia dellʼattentato

Strage di Barcellona, spuntano i segreti dell'inchiesta:
ansa

Fu un italiano a rallentare la fuga del terrorista che fece strage sulla Rambla di Barcellona, il 17 agosto dell'anno scorso.

I Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, rivelano soltanto ora l'importante dettaglio di quella tragica giornata per la storia spagnola, quando 14 persone furono uccise nella città di Gaudì da un furgone che piombò sulla folla.

Il faccia a faccia di Antonio e Younes - Antonio è a spasso con la moglie e la figlia in quella che doveva essere l'ultima passeggiata di quelle vacanze a Barcellona prima del rientro a Modena, scrive la "Repubblica". Dopo la terribile corsa di sangue e di morte tra i passanti terrorizzati, il furgone bianco, un Fiat Talento della società di noleggio Telefurgo, si ferma proprio a pochi metri da lui. A bordo c'è il terrorista, Younes Abouyaaqoub, che ha travolto decine di persone prima di schiantarsi contro un chiosco di giornali.

L'italiano sposta con uno spintone la moglie e la figlie per metterle al riparo da quel pazzo omicida. Poi raggiunge il furgone e apre la portiera. Abouyaaqoub gli urla "bomba, bomba" indicando la cintura, ma Antonio lo afferra per un braccio prima che lui riesca a liberarsi e a fuggire verso il mercato della Bouqueria.

I terroristi nel covo di Alcanar - Solo ora la polizia regionale, che aveva raccolto la testimonianza del turista modenese lo stesso giorno della strage, ha diffuso questa storia, insieme con altri dettagli dell'inchiesta, sulla quale i magistrati hanno in parte levato il segreto istruttorio. Per la prima volta sono infatti state rese note le foto dei terroristi nel covo di Alcanar, dove si preparava l'attentato il cui obiettivo era, pare, la Sagrada Familia di Gaudì. Ma ci fu quell' "incidente di percorso", l'esplosione nello stesso covo, che fece cambiare programmi ai terroristi, i quali "dirottarono" sull'attacco alla Rambla.

I piani dei jihadisti - Una ventina gli scatti resi pubblici dai magistrati, ai quali va aggiunto un video, di cui parla il quotidiano La Razòn, in cui i terroristi minacciano i "nemici di Allah" mentre sono impegnati nella preparazione degli esplosivi. "Ecco quello che abbiamo preparato per voi - dicono -: vi pentirete di essere nati, soprattutto voi, Mossos d'Esquadra". Dalle carte dell'inchiesta esce confermata la tesi della strage della Rambla come opzione di ripiego dovuta proprio all'incidente del 16 agosto. I terroristi puntavano al capolavoro di Gaudì, ma anche allo stadio Camp Nou, che volevano colpire il 20 agosto, in occasione della prima partita di campionato del Barcellona, e alla Tour Eiffel.