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Strage di Orlando, dentro la casa di Omar Mateen a Fort Pierce

La polizia ha fatto irruzione nellʼappartamento del killer del Pulse. Nessun arsenale, ma una casa piena di oggetti, foto di famiglia e pentole ancora da lavare

Gli agenti che hanno fatto irruzione nell'appartamento di Omar Mateen a Fort Pierce, in Florida, si aspettavano forse un arsenale, o il covo di un militante.

Invece lo scenario della casa del killer è di una agghiacciante normalità famigliare: le pentole sui fornelli, i piatti nel lavello, le camere in disordine colme di oggetti, tante fotografie di Mateen con la seconda moglie e il figlio di tre anni. E poi i giocattoli e e le cornici in cui si legge "I love my family", amo la mia famiglia.

Nell'appartamento sono stati trovati anche alcuni libri sull'Islam e una sciabola. Poi, un calendario dove risulta segnata la data del 7 giugno: d-day. Il suo significato però è ancora da chiarire.

Rimane un enigma la figura del killer che, sabato notte, ha trucidato 49 persone in un locale gay: l'ex moglie e un commilitone, che con lui frequentò l'accademia di polizia, dicono oggi che Mateen era omosessuale. Si sa che aveva frequentato più volte siti per incontri tra uomini, e che al Pulse, prima della strage, c'era stato più volte. Forse per fare dei sopralluoghi, forse per altre ragioni.

Intanto le autorità statunitensi affermano che la sua radicalizzazione è avvenuta on line. Un terrorista fai da te, di cui oggi rifiutano anche di pronunciare il nome, per evitare emulazioni. Sarebbe avvenuto tutto tra le mura della sua casa: al suo computer, l'aspirante poliziotto che amava la sua famiglia, si sarebbe trasformato in un killer fedele all'Isis. E nella sua casa, dopo la strage, Omar Mateen pensava di fare ritorno.