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Usa 2016, Trump: "I rifugiati sono un cavallo di Troia per il terrorismo"

Lʼimprenditore in corsa per la candidatura repubblicana alla Casa Bianca ha quindi aggiunto, citando gli ultimi attentati di Giacarta, che "non è questione di alimentare la paura. Eʼ una realtà"

Usa 2016, Trump:
-afp

Per Donald Trump i rifugiati "sono un cavallo di Troia per introdurre nel nostro Paese il terrorismo.

Non dobbiamo permettere che questa gente entri in America". L'imprenditore in corsa per la candidatura repubblicana alla Casa Bianca ha quindi aggiunto, citando gli ultimi attentati di Giacarta, che "non è questione di alimentare la paura. E' una realtà".

Forte di uno stacco di 13 punti nei confronti del leader dei Tea Party Ted Cruz, Trump, nel corso del primo dibattito dell'anno tra i candidati repubblicani alla Casa Bianca, ha ribadito la sua linea dura su rifugiati e Islam, dicendo esplicitamente di non essere interessato al "politicamente corretto".

E per rafforzare il suo no all'ingresso dei rifugiati negli Usa, Trump ha citato gli ultimi attentati di Istanbul e Giacarta, sottolineando come, tra chi chiede asilo, ci siano "molte poche donne, molti pochi bambini, e molti uomini. Giovani e forti".

Trump: "Quello che mi interessa è la sicurezza del Paese" - A contrastarlo con più efficacia è Jeb Bush. "Così è impossibile creare quella coalizione necessaria per combattere lo Stato Islamico", ha infatti attaccato l'ex governatore della Florida, per il quale gli Usa "non possono essere i poliziotti del mondo ed agire in maniera unilaterale, da soli". Per battere l'Isis c'è bisogno di tutta la comunità internazionale, compresi molti Paesi arabi. "Donald, la gente è arrabbiata, impaurita. Ma tu corri per la presidenza, non puoi fare dichiarazioni avventate".

Secca la risposta di Trump, che ha accusato Bush di essere "debole": "Quello che a me interessa è solo la sicurezza del nostro Paese. E' della sicurezza che abbiamo bisogno. E abbiamo un grande problema con l'Islam radicale. Dobbiamo essere vigili".

Hillary Clinton: "Basta con la diplomazia da cowboy" - Su Twitter sbotta Hillary Clinton, che segue il dibattito davanti alla tv, irritata anche dalle critiche rivolte a Barack Obama per non aver risposto con la dovuta durezza all'Iran, dopo il sequestro dei 10 marinai Usa poi rilasciati: "Non possiamo tornare a una diplomazia da cowboy e a un incosciente bellicismo. Per il futuro - ha infatti scritto - abbiamo bisogno di una vera politica estera". E per quel che riguarda le posizioni anti-Islam di Trump, "l'America - ha twittato Hillary - è anche un Paese di musulmani. Chi corre per essere presidente dovrebbe saperlo. L'Islam - aggiunge - non è un nostro nemico. E una retorica d'odio verso l'Islam non solo è sbagliata, ma fa il gioco dei terroristi".

Trump: "Se parigini fossero stati armati, non ci sarebbero stati 130 morti" - Ad unire i candidati repubblicani le dure critiche a Barack Obama e a quella Hillary Clinton accusata di correre "per il terzo mandato" dell'attuale presidente democratico. Nel mirino la visione offerta da Obama nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione. E soprattutto la sua determinazione per una severa stretta sulle armi da fuoco. "Se a Parigi dall'altra parte ci fossero state le armi non ci sarebbero stati 130 morti e più", ha commentato Trump.

Trump: "Se eletto, lascerò le società ai miei figli" - Alla fine della serata Trump appare il più soddisfatto: "Se sarò eletto presidente, i miei figli Eric e Ivanka si divertiranno a gestire le mie società. A me non interessa. Io userò la mia testa per l'America".