"COME UN POLPO"

Usa 2016: spunta una terza donna che accusa Trump di molestie

"Questo articolo è interamente falso". E' la difesa in un comunicato di Jason Miller, un dirigente della campagna del candidato repubblicano

13 Ott 2016 - 20:35

Spunta una terza donna dopo le due che hanno accusato Donald Trump sul New York Times di averle molestate sessualmente. Mindy McGillivray, che all'epoca aveva 23 anni, ha detto che finora aveva confessato a parenti stretti e amici di essere stata toccata a Mar-a-Lago, il resort di Trump vicino a Palm Beach in Florida.

La donna ha detto al Palm Beach Post di aver deciso di uscire allo scoperto dopo aver ascoltato le smentite di Trump nel dibattito tv di domenica scorsa. Dalla sua il suo accompagnatore, il fotografo Ken Davidoff, che ricorda bene come lei lo ha preso da parte dopo il presunto incidente per dirgli che "Donald mi ha palpato il c...o".

Le accuse del Nyt - Il New York Times ha citato due donne che hanno accusato Trump di avere allungato le mani: una su un aereo e l'altra nei pressi di un ascensore della Trump Tower.

La prima donna, Jessica Leed di New York, ora 74enne, ha sostenuto che oltre 30 anni fa, mentre viaggiava per affari su un aereo in prima classe, si ritrovò accanto Trump che, senza conoscerla, dopo 45 minuti dal decollo alzò il bracciolo e cominciò a toccarle il seno e tentò di mettere la sua mano sopra la sua gonna. "Era come un polpo, le sue mani erano dappertutto", ha raccontato, aggiungendo di essersene andata in coda all'aereo per evitare "l'aggressione". Una storia raccontata prima ad almeno altre quattro persone.

La seconda donna, Rachel Crooks, dell'Ohio, era una receptionist di 22 anni di Bayrock Group, una società immobiliare nella Trump Tower a Manhattan, dove incontrò il tycoon fuori di un ascensore una mattina del 2005. Sapendo che la sua società lavorava con Trump, si presentò. Si strinsero le mani ma il magnate, secondo la sua versione, non la lasciò andare, cominciando a baciarla prima sulle guance e poi "direttamente sulla bocca". Lei visse quell'episodio come una violazione. "Solo parole", aveva garantito Trump a proposito del video del 2005, negando nel secondo dibattito presidenziale che si fossero mai tradotte in azione. Ora due donne lo smentiscono.

"Articolo NYT falso e pericoloso" - "Questo articolo è interamente falso, e il fatto che il New York Times lanci queste accuse completamente false a proposito della personalità di Trump su una materia del genere è pericoloso". Lo ha detto in un comunicato Jason Miller, un dirigente della campagna del candidato repubblicano.

La replica: "Accuse fondate, non ritrattiamo" - Ma il New York Times è pronto a sfidare Trump, rifiutandosi di ritrattare e di scusarsi per l'articolo che raccoglie le accuse di molestie sessuali di due donne contro il tycoon. "Si fa querela per proteggere la reputazione di qualcuno, ma il signor Trump se l'è rovinata da solo", hanno replicato gli avvocati del quotidiano invocando il diritto di cronaca dei giornalisti che "sono andati, come era loro dovere, a controllare le affermazioni delle donne" su "un tema che riveste importanza nazionale".

"Sarebbe stato un disservizio non solo nei confronti dei nostri lettori ma dell'intera nazione mettere a tacere le loro voci. Se Trump pensa che i cittadini americani non hanno diritto a sentire quel che queste donne hanno da dire e che la legge di questo paese costringe noi e tutti quelli che lo criticano a star zitti", il New York Times "è felice di andare in tribunale per mettere le cose in chiaro".

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