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Airbus A320, ex fidanzata: Lubitz pensava ad una "azione atroce"

La ragazza ha rivelato che il pilota si svegliava in preda ad incubi urlando: "Stiamo precipitando". Emerge poi che Lubitz a giugno avrebbe dovuto sottoporsi a un nuovo test per lʼidoneità al volo

copilota airbus,andreas lubitz
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"Sto pianificando un'azione atroce che sarà ricordata per sempre". Così avrebbe detto Andreas Lubitz, il pilota suicida dell'Airbus A320 della Germanwings, all'ex fidanzata. Secondo il racconto della donna, Lubitz si sarebbe anche svegliato in preda ad incubi, urlando in piena notte: "Stiamo precipitando". Affermazioni che rendono ancora più terribile quanto avvenuto su quel maledetto aereo.

L'ex fidanzata, riporta la Bild, ricorda ora con orrore quelle frasi che il giovane pilota, con gravi problemi psichici e in preda alla depressione, le aveva detto oltre un anno fa: "Un giorno farò qualcosa che passerà alla storia e io verrò ricordato per sempre". "Si arrabbiava parlando di lavoro: 'Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione", dice ancora.

"Mi sono separata da lui perché diventava sempre più chiaro che aveva dei problemi - ha detto la giovane, una hostess -. Nelle conversazioni a un certo punto perdeva il controllo e mi urlava contro. Avevo paura. Una volta si è persino chiuso in bagno per un lungo periodo". "Andreas aveva una personalità disturbata". "Lo ha fatto perché si è reso conto che a causa dei suoi problemi di salute il suo grande sogno di lavorare per Lufthansa, di un lavoro come capitano e come pilota di voli a lungo raggio sarebbe stato praticamente impossibile":

La ragazza, che ha scelto l'anonimato, ricorda come l'allora fidanzato urlasse nel sonno, in preda ad incubi che riguardavano il suo lavoro, descrivendo un aereo che precipitava. "Quando ho sentito la notizia del disastro aereo - prosegue - quelle frasi mi sono sembrate una profezia". "Non ho mai saputo cosa Lubitz volesse dire quando affermava che con il suo gesto sarebbe passato alla storia. Ora l'ho capito", conclude.

Aveva un problema agli occhi? - Intanto emerge che Lubitz si sarebbe dovuto sottoporre a metà giugno a una verifica delle sue condizioni per ottenere un prolungamento dell'idoneità al volo. Lo sostiene l'emittente televisiva tedesca N24. Secondo un'ex fidanzata sarebbe proprio il timore di non poter più volare, tra l'altro, ad aver spinto il copilota al tragico gesto. Secondo il New York Times, che cita due fonti vicine alle indagini, infatti, Lubitz si era sottoposto ad un trattamento perché aveva un problema agli occhi che potrebbe aver messo in pericolo la sua capacità di continuare a lavorare come pilota. Non è comunque chiaro se tale problema sia legato alle condizioni psicologiche del 27enne.

Trovati psicofarmaci - Per quanto riguarda invece la pista della malattia, durante le perquisizioni nelle abitazioni di Lubitz, secondo il Welt am Sonntag è stata trovata una grande quantità di medicinali per il trattamento di una "malattia psicosomatica". "Il 27enne - ha spiegato un investigatore - è stato curato da diversi neurologi e psichiatri", mentre non sono state trovate prove di una dipendenza da droghe o alcol. Secondo lo stesso investigatore della polizia di Düsseldorf, Lubitz soffriva di una "forte sindrome da stress soggettiva" ed era gravemente depresso: "E' quanto emerge da sue note personali, che il pilota ha raccolto e messo da parte", ha spiegato, citato dal Welt am Sonntag.