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Scontri a Hong Kong, la Cina avverte: "L'uso della forza è un'opzione"

Il raduno dei blindati a pochi chilometri dal confine è un chiaro monito ai rivoltosi. Pechino assicura: "Non sarà una nuova Tienanmen"

Scontri a Hong Kong, la Cina avverte:
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Pechino "non ha ancora deciso se intervenire con la forza per sedare la rivolta di Hong Kong, ma questa opzione è chiaramente a disposizione".

Lo scrive il Global Times, il "dorso" dell'organo ufficiale del Partito comunista cinese. Nell'articolo viene anche garantito che non si ripeterà la repressione di Piazza Tienanmen di 30 anni fa. Il raduno delle forze paramilitari a Shenzhen "è un chiaro monito ai rivoltosi di Hong Kong".

Pechino: "Non sarà una nuova Tienanmen" - In un editoriale dal titolo "Inutile per Washington giocare la carta Hong Kong", il tabloid del Quotidiano del Popolo, "voce" del Partito comunista cinese, assicura che gli Usa "non saranno in condizioni di intimidire la Cina usando i tumulti di 30 anni fa. La Cina è molto più forte e più matura e la sua capacità di gestire situazioni complesse è fortemente cresciuta".

L'articolo continua: "Se lo stato di diritto non potrà essere ripristinato e le rivolte si intensificheranno, allora sarà un imperativo per il governo centrale intraprendere azioni dirette nel rispetto della Basic Law", cioè la Costituzione di Hong Kong.

"Ripristinare lo stato di diritto" - L'auspicio è che la "società di Hong Kong possa riconoscere il tentativo di Washington di distruggere la città", e dunque "restaurare attivamente lo stato di diritto sotto la leadership del governo locale".

John Bolton, consigliere di Trump sulla sicurezza nazionale, ha ammonito la Cina contro l'ipotesi di dare vita a una "nuova piazza Tienanmen", in risposta alla protesta degli studenti. Da parte sua, Pechino ha ripetuto più volte le sue critiche verso "forze straniere" accusate di alimentare i tumulti.