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Russiagate, Steve Bannon attacca: "Trump antipatriottico". Il presidente Usa: "Ha perso la testa"

Ad accendere la miccia un libro in uscita nel quale lʼex stratega usa termini durissimi contro Trump

Russiagate, Steve Bannon attacca:
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L'ex chief strategist della Casa Bianca, Steve Bannon, "ha perso la testa".

Lo ha detto il presidente Donald Trump, dopo la pubblicazione di alcune anticipazioni di un libro in cui Bannon ha definito "sovversivo" e "antipatriottico" l'incontro tra il primogenito di Trump e un gruppo di russi durante la campagna elettorale. Secondo il presidente, Bannon ha avuto "molto poco a che fare" con la sua vittoria elettorale e "non rappresenta" la sua base.

Ad accendere la miccia è  "Fire and Fury", il nuovo libro del giornalista Michael Wolff. E tra Donald Trump e Steve Bannon è ormai scontro aperto. Alle accuse presenti nel libro il presidente degli Stati Uniti ha risposto tanto prontamente quanto duramente. "Bannon non ha niente a che fare con me o con la mia presidenza, quando l'abbiamo licenziato non solo ha perso il lavoro, ha perso anche la testa", si è scatenato il tycoon attraverso la portavoce Sarah Sanders.

Nel libro, in uscita negli Usa la prossima settimana, Wolff si è basato su oltre 200 interviste con lo stesso presidente, il suo entourage e una serie di vip fuori e dentro l'amministrazione. "Tante falsita'", secondo la Casa Bianca, ma per i lettori sono in arrivo ghiotti pettegolezzi, come quello che Melania avrebbe pianto, "ma non di gioia", la notte della vittoria del marito. In "Fire and Fury" Bannon metafore forti e un linguaggio da caserma per descrivere il clima della presidenza Usa, la cui indifferenza al potenziale impatto del Russiagate è paragonabile a quella di "chi sta sulla spiaggia aspettando l'impatto di un uragano di categoria cinque". L'astio verso la figlia di Trump, Ivanka e il marito Jared Kushner, o come li chiama Bannon, "Jaranka", è un leit motiv del volume: "Una guerra tra ebrei e non ebrei", ha detto a Wolff l'ex segretario di Stato Henry Kissinger.

Parlando con l'autore, un esperto di media e il biografo di Rupert Murdoch, Bannon ha ammonito che gli investigatori "romperanno Don junior come un uovo sulla tv nazionale", pronosticando che l'indagine del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate arriverà a segno concentrandosi sul riciclaggio. "Passa tutto per la Deutsche bank e tutta la m... di Kushner. La m... di Kushner è vischiosa", ha detto Bannon, notando che Mueller ha scelto come braccio destro Andrew Weissman, un esperto di denaro sporco: "Il loro percorso per fottere Trump passa dritto per Paul Manafort, Don Jr. e Jared", ha aggiunto l'ex stratega, oggi non l'unico ad alzare l'ombra del riciclaggio.

Sul "New York Times" i fondatori di GPS Fusion, Glenn Simpson e Peter Frisch, che commissionarono all'ex agente britannico Chris Steele l'indagine su Trump e i russi, hanno detto di aver trovato "da Manhattan alla Florida, da Toronto a Panama, vaste prove che Trump e la sua organizzazione lavorarono con russi di dubbia fama in odore di riciclaggio". GPS Fusion ricevette durante la campagna elettorale da un gruppo conservatore, il Washington Free Beacon, e dalla campagna di Hillary Clinton l'incarico di indagare sul "complesso passato di affari di Trump". Il rapporto Steele - hanno spiegato sul Nyt - è stato solo un capitolo: "Non la molla che ha spinto l'Fbi ad aprire l'inchiesta sul Russiagate, ma la controprova di informazioni ricevute da altre fonti tra cui una dentro il campo di Trump".