Russia, arrestato un sacerdote dopo una predica contro la guerra
Padre Ioann Burdin si era espresso contro la guerra, denunciando le distruzioni nelle città ucraine e condividendo anche immagini pacifiste con una petizione online
Un gruppo di attivisti russi riferisce che un sacerdote, che domenica aveva tenuto un sermone contro la guerra, è stato arrestato.
Secondo Andrey Zakharov, giornalista di Bbc Russia, per padre Ioann Burdin sono scattate le manette poco dopo aver pronunciato un sermone a una piccola congregazione nel villaggio di Karabanovo. Il religioso si è espresso contro la guerra, denunciando i bombardamenti e le distruzioni in corso nelle città ucraine e condividendo anche immagini contro la guerra con una petizione sul sito web della parrocchia.
Nel rapporto redatto dalla polizia si legge che padre Ioann "ha screditato le forze militari russe, raccontando ai dieci fedeli presenti l'assassinio degli abitanti dell'Ucraina, fratelli e sorelle in Cristo".
La crisi umanitaria: in migliaia in fuga dalle città ucraine con tutti i mezzi possibili | Onu: 1,5 milioni di rifugiati
In auto, in scooter, in autobus, su camion e furgoni, con i camper, perfino in bicicletta. Ma più spesso a piedi, con anziani e feriti caricati sulle carriole. È la fuga dei civili dall'area di Kiev, dove a centinaia, a migliaia stanno cercando di mettersi in salvo. Emblematiche sono le immagini scattate a Irpin, a pochi chilometri dalla Capitale: i soldati aiutano centinaia di sfollati a sgomberare passando sotto un ponte distrutto. Intanto, l'Onu fa sapere che sono più di 1,5 milioni i rifugiati fuggiti dall'Ucraina in 10 giorni.
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La lettera aperta ai fedeli e l'appello alla pace - In precedenza il sacerdote aveva scritto una lettera aperta ai fedeli assieme al collega Gieorg Edelstein: "Non fare la guerra. La mattina del 24 febbraio, le truppe russe hanno attaccato l'Ucraina. Sono in corso bombardamenti su Kiev, Odessa, Kharkiv, Mariupol e altre città ucraine. I soldati russi uccidono i loro fratelli e sorelle in Cristo. Noi cristiani non possiamo restare lontani quando un fratello uccide un fratello, un cristiano un altro cristiano. Non ripetiamo i crimini di coloro che hanno accolto favorevolmente le azioni di Hitler il 1° settembre 1939. Non possiamo timidamente chiudere gli occhi e chiamare 'nero' il bianco, 'male' il buono, dire che probabilmente Abele aveva torto nel provocare suo fratello maggiore. Il sangue del popolo ucraino rimarrà sulle mani non solo dei governanti della Federazione Russa e dei soldati che eseguono questo ordine. Il loro sangue è sulle mani di ognuno di noi che ha sostenuto questa guerra o semplicemente ha taciuto".
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