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Referendum Catalogna, lunghe file ai seggi | Guardia Civil blocca la raccolta dati | Barcellona: "Si vota lo stesso"

Occupate 163 scuole per impedire lʼaccesso della polizia. Madrid: "Voto già annullato". Mossos dʼesquadra pattugliano le città

Referendum Catalogna, lunghe file ai seggi | Guardia Civil blocca la raccolta dati | Barcellona:
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Nonostante il dispiegamento di polizia disposto da Madrid, sono centinaia le persone già in fila fuori dai seggi elettorali a Barcellona, pronti ad esprimere il proprio voto sul referendum sull'indipendenza della Catalogna.

Attivisti hanno passato la notte a sorvegliare i seggi che dovrebbero aprire alle 9, mentre resta altissima la tensione tra Madrid e Barcellona. Per il governo centrale il "voto è già annullato". Smentisce quello catalano: "Domenica si vota".

Intanto la polizia ha chiuso la maggior parte dei seggi. Allo stesso tempo centinaia di catalani hanno occupato 163 scuole per impedire che vengano sigillate da Madrid. In tanti però sono scesi in piazza a Barcellona per manifestare contro la secessione della Catalogna.

Governo catalano "Si voterà nonostante blocco telecomunicazioni" - Il portavoce del governo catalano, il ministro alla presidenza Jordi Turull, ha detto che il blitz della Guardia Civil al centro delle telecomunicazioni catalano Ctti "non ferma la logistica" del referendum. "Che tutti stiano tranquilli, domenica si voterà", ha affermato.

Le indicazioni per gli elettori - L'Assemblea nazionale e la piattaforma Escoles Obertes hanno convocato ai seggi alle 5 del mattino i cittadini a cui non sarà concesso dormire nelle scuole. Pubblicate anche le ultime raccomandazioni: "Nel caso in cui trovino la loro scuola chiusa, gli elettori restino fermi davanti alla porta finché non potranno entrare" e, in caso di presenza di polizia, "mettano in atto una resistenza pacifica".

Occupate 163 scuole - Almeno 163 scuole sono state occupate, in Catalogna, da persone che hanno organizzato attività ricreative per impedire che vi entrassero le forze di polizia in vista del referendum. I Mossos d'Esquadra hanno controllato 1.300 istituti scelti come seggi elettorali, rilevando che il 12% risulta occupato. I dati sono stati comunicati dalla prefettura. Le forze dell'ordine hanno informato gli occupanti che dovranno lasciare le strutture entro le 6 di domenica mattina. Il governo catalano ha previsto 6.249 seggi elettorali in 2.315 scuole in tutta la Catalogna, nonché un dispositivo di 7.235 persone per permettere a 5,3 milioni di catalani di votare al referendum sull'indipendenza della Catalogna, nonostante la sospensione disposta dalla Corte costituzionale.

Sigillati 1.300 seggi - La polizia ha sigillato 1.300 seggi. Lo ha reso noto il governo di Madrid. "Su 2.315 seggi, 1.300 sono stati sigillati dai Mossos d'Esquadra". Lo ha riferito il rappresentante di Madrid in Catalogna, Enric Millo.

Governo Madrid: "Referendum è annullato" - Il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, ha fatto sapere che, con il blocco delle strutture del Centro per le Telecomunicazioni e le Tecnologie dell'Informazione (CTTI) della Generalitat da parte della Guardia Civile, "è stata colpita l'organizzazione del referendum illegale" organizzato dal governo regionale catalano. Mendez de Vigo, parlando al Palazzo di La Moncloa, ha sottolineato che l'esecutivo sta seguendo nel dettaglio gli eventi in Catalogna alla vigilia del 1 ottobre e ha detto che il referendum "è stato già annullato dallo stato di diritto".

La risposta di Barcellona: "Attacco a democrazia senza precedenti" - In Catalogna è in corso "un attacco alla democrazia senza precedenti nell'Europa moderna" da parte dello Stato spagnolo. Lo ha affermato su Twitter il vice presidente catalano, Oriol Junqueras. Per il "numero 2" del "Govern" di Barcellona, "quanto sta accadendo è terribile". Intanto il presidente della comunità autonoma, Carles Puigdemont, ha detto che il referendum si terrà regolarmente nonostante l'opposizione del governo spagnolo.

Puigdemont: "Molto deluso dall'Ue" - Il presidente catalano Carles Puigdemont si è dichiarato "molto deluso" dall'Ue per non avere tutelato i diritti civili in Catalogna "trascurando le proprie responsabilità". "Quando alla nostra gente si impediva di esporre un cartello per 'Più Democrazia', o si arrestava un giovane che apriva un sito web di informazione sul referendum, si proibivano riunioni o si violava la corrispondenza postale, pensavo che l'Ue tanto coraggiosa nel fare discorsi moralizzatori in altri punti del pianeta, avrebbe detto qualcosa. Sono molto deluso".

Manifestanti contro la consultazione - Le strade di Barcellona, Madrid e altre città spagnole si sono riempite di gente che manifesta contro il referendum con dimostranti che sventolano le bandiere della Spagna. A Barcellona i contestatori si sono concentrati nei pressi di piazza Sant Jaume, dove sorge il palazzo del governo locale. Nella capitale spagnola 10mila dimostranti si sono ritrovati davanti alla sede del municipio, Plaza de Cibeles, scandendo "la Catalogna è parte della Spagna" e "Io sono spagnolo, spagnolo, spagnolo", quest'ultimo slogan solitamente scandito durante le partite di calcio della nazionale. Alcuni dei dimostranti hanno chiesto l'arresto del presidente indipendentista catalano, Carles Puigdemont. Manifestazioni a sostegno dell'unità del Paese si sono tenute anche in altre città come Siviglia, Santander e Palma di Maiorca.

Guardiola: "Referendum legale, ho votato" - "Ho votato, per posta. Ma domenica non si vota per l'indipendenza, ma per la democrazia". Il catalano Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, non cambia idea a sostegno del referendum per l'indipendenza della Catalogna. Per Guardiola, bisogna permettere alla gente di esprimersi: "E' un giorno per la democrazia. Non chiediamo l'indipendenza, ma il permesso di votare. Il referendum è legale", ha detto a Londra dopo la vittoria sul Chelsea.