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Qatargate, Eva Kaili resta in carcere | Gli avvocati: "Sottoposta a tortura durante la reclusione"

All'udienza sul riesame della custodia cautelare dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, la difesa aveva chiesto scarcerazione e braccialetto elettronico

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, arrestata nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate, dovrà restare ancora in carcere per almeno un altro mese.

Lo riferisce la Procura federale del Belgio, ricordando che la politica greca è detenuta nel penitenziario di Haren dal 9 dicembre. Gli avvocati difensori, Mihalis Dimitrakopoulos e André Risopoulos, avevano denunciato che Kaili "è stata sottoposta a una condizione di tortura durante la reclusione la scorsa settimana" e avevano "chiesto ancora una volta la scarcerazione, con misure alternative come il braccialetto elettronico o altri tipi di misure simili".

 

Per sedici ore - Secondo i legali "la tortura" subita dalla loro assistita sarebbe durata per sedici ore. I fatti risalirebbero al periodo in cui Eva Kaili è stata posta in isolamento, da mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio. La misura detentiva, decisa dal giudice istruttore Michel Claise, sarebbe stata imposta per sedici ore non in un penitenziario ma in una cella di polizia "al freddo".

 

"Questa è tortura"- "Le è stata negata una seconda coperta e le hanno tolto il cappotto, la luce della stanza era sempre accesa impedendole di dormire, era nel suo periodo di ciclo mestruale con abbondanti perdite di sangue e non le era consentito lavarsi" - ha spiegato il legale Mihailis Dimitrakopoulos riferendosi alle ore trascorse nella cella di polizia.

 

"Atti in violazione della CEDU" - "Eva Kaili - come si legge in un documento redatto d'accordo con la stessa ex vicepresidente del Parlamento europeo - è accusata ma c'è sempre la presunzione d'innocenza. Siamo in Europa, questi atti violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Questo è il Medioevo".

 

La richiesta di pubblicazione - Eva Kaili tramite il suo avvocato ha espresso il desiderio che questi fatti fossero resi pubblici "perché la trasparenza è l'anima della giustizia". "Speriamo - ha aggiunto - che vi sia un processo equo. Siamo in Europa".

 

Solo due incontri con la figlia - Inoltre gli avvocati dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo hanno fatto presente che "in sei settimane di carcere" gli incontri con la figlia di ventitré mesi sono stati solamente due. Per noi questa è una "rottura" con "il buon senso" e con "misure adeguate in relazione alla situazione", hanno spiegato. Con l'estensione della detenzione Kaili non potrà rivedere la figlia "fino a febbraio", hanno aggiunto.

 

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