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Proteste in Libano, si dimette il ministro dell'Informazione | E il patriarca Rai chiede un'inchiesta internazionale

Appello del Papa a un "generoso aiuto" mentre si riunisce la Conferenza internazionale dei donatori presieduta dal presidente francese Emmanuel Macron. LʼOnu: "Servono 117 milioni di dollari"

Il ministro dell'Informazione libanese, Manal Abdul Samad, ha annunciato le sue dimissioni. Si tratta della prima decisione di lasciare per un membro dell'esecutivo del premier Hassan Diab dopo l'esplosione di martedì a Beirut, che ha provocato oltre 150 morti e 6mila feriti e un'ondata di proteste popolari. Intanto nuovi scontri si sono verificati tra manifestanti e polizia vicino al parlamento.

Cratere da 43 metri, si riunisce la Conferenza dei donatori - L'esplosione nel porto di Beirut ha provocato un cratere profondo 43 metri e l'Istituto di geofisica americano ha rilevato un sisma di magnitudo 3,3 della scala Richter. Domenica si riunisce la Conferenza internazionale dei donatori, nata da un'iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron per organizzare gli aiuti alla città devastata dopo il disastro di martedì. Partecipato tra gli altri Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Italia. Solo per gli aiuti sanitari si stima che saranno necessari 85 milioni di dollari. 

 

Il patriarca Rai chiede un'inchiesta internazionale - Ha chiesto che venga condotta un'inchiesta internazionale il patriarca dei cristiani maroniti libanesi, il cardinale Beshara Al Rai, secondo cui vanno approfondite quelle che ha definito "le cause oscure" dell'esplosione. Nella sua omelia domenicale, il patriarca ha parlato del disastro come di un "crimine contro l'umanità". Ma il presidente libanese Aoun nei giorni scorsi aveva respinto l'identica richiesta, arrivata da diversi politici locali e da Macron. 

 

L'appello del Papa: "Serve un generoso aiuto" - Dal Papa è arrivato l'appello per "un generoso aiuto da parte della comunità internazionale" dopo il ricordo dell'esplosione che ha devastato la capitale e messo in ginocchio il Paese. Francesco ha inoltre rivolto un'esortazione alla Chiesa locale dicendo: "Chiedo ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che siano vicini al popolo e che vivano con uno stile di vita improntato alla povertà evangelica senza lusso perché il vostro popolo soffre, e soffre tanto2. 

 

L'appello di Macron - Aprendo la conferenza dei donatori per raccogliere fondi in favore del Libano, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha rivolto un appello alle autorità del Paese a fare in modo che il Libano"non sprofondi" e a "rispondere alle richieste della popolazione, che manifesta pacificamente nelle strade di Beirut". Macron ha invitato tutti a evitare che "la violenza e il caos prevalgano".

 

Trump: "Serve un'inchiesta trasparente" Il presidente americano Donald Trump ha chiesto un'inchiesta "trasparente" sulle esplosioni a Beirut. Lo riferisce la Casa Bianca, secondo cui il tycoon ha "esortato il Libano a condurre un'indagine completa e trasparente, per la quale gli Stati Uniti sono pronti a portare il loro aiuto". Trump ha quindi ribadito che "Washington è pronta e disposta a continuare a fornire assistenza al popolo libanese".

 

Onu: "Servono 117 milioni di dollari in tre mesi" Al Libano serviranno 117 milioni di dollari nei prossimi tre mesi per rispondere alla crisi generata dall'esplosione a Beirut. Lo ha rilevat l'Onu in una bozza dell'Emergency response framework. In particolare, ci vogliono subito 66,3 milioni di dollari per le strutture sanitarie che hanno accolto i feriti, per i rifugi d'emergenza per gli sfollati, per le organizzazione che distribuiscono il cibo e gestiscono la prevenzione anti-Covid.

 

Nuovi scontri a Beirut Centinaia di manifestanti anti-governativi libanesi hanno cominciato a colpire con bastoni e altri oggetti le barriere di metallo erette dalle forze dell'ordine nel centro di Beirut attorno alla zona del parlamento. Anche l'esercito è stato disposto nella zona. 

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