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Messico, Pena Nieto contro Trump: ci rispetti, non pagheremo il muro

Il "rammarico" dopo il decreto Usa: cancellato il viaggio a Washington. E intanto la Casa Bianca potrebbe introdurre una tassa sulle importazioni messicane per coprire i costi della barriera

Crisi tra Usa e Messico.

"Non crediamo nei muri e non pagheremo alcun muro", aveva detto il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, criticando il decreto firmato da Donald Trump, per la costruzione del muro tra i due Paesi. A stretto giro la replica piccata del tycoon: "Se Pena Nieto non ha intenzione di pagare, allora, sarebbe meglio cancellare l'incontro". E il presidente messicano ha fatto sapere che non andrà a Washington per la riunione.

Dopo la firma del decreto, Pena Nieto aveva chiesto "rispetto" per il Messico. "Mi rammarica -  aveva aggiunto - la decisione di continuare la costruzione di un muro che da tanti anni ci divide"."Respingo e condanno la decisione degli Stati Uniti", aveva più volte ribadito il presidente messicano, annunciando di avere chiesto a 50 consulenti messicani negli Stati uniti di trasformarsi in "autentici difensori dei diritti dei migranti arrivati dal nostro Paese".

Trump caccia il capo della polizia di frontiera - Donald Trump "licenzia" il capo della polizia di frontiera Mark Morgan: il dirigente è stato costretto a lasciare dopo che il presidente Usa ha ordinato la costruzione del muro al confine con il Messico. Lo scrive l'Ap citando un dirigente che ha partecipato alla video conferenza in cui Morgan ha riferito di aver ricevuto la richiesta di dimettersi e di aver preferito lasciare piuttosto che opporsi. 

Tassa del 20% sulle importazioni dal Messico .Per per coprire i costi della costruzione del muro al confine il neo presidente Usa starebbe pensando a una tassa del 20% sulle importazioni dal Messico: è la possibilità al vaglio dell'amministrazione di Donald Trump così riportata dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. L'imposta, ha precisato, permetterebbe di raccogliere 10 miliardi di dollari l'anno.

Nelle scorse ore, Trump era intervenuto anche a difesa della sua intenzione di bloccare l'ingresso di cittadini di paesi musulmani negli Stati uniti, dicendosi costretto ad agire in un mondo che è diventato "un disastro completo". "Questo non è un divieto contro i musulmani, si tratta di paesi che hanno un sacco di terrorismo", aveva detto il nuovo presidente degli Stati Uniti in un'intervista alla Abc. "Qui non voglio il terrorismo", aveva aggiunto, rifiutandosi di dare l'elenco dei Paesi che sarebbero interessati da queste misure, ma ribadendo la sua convinzione che l'Europa ha compiuto "un errore enorme permettendo a milioni di persone di arrivare in Germania e in altri Paesi".

De Blasio attacca Trump: "Difenderemo il sogno americano" - Quello messicano non è l'unico fronte contro Trump sulla questione immigrazione. Nelle ultime ore anche il sindaco di New York, Bill De Blasio, si è scagliato contro il presidente Usa. "Questo è il sogno americano davanti ai vostri occhi: non permetteremo che ce lo tolgano", ha detto De Blasio, reagendo alle misure della Casa Bianca contro le "sanctuary cities", le città come la sua che hanno offerto protezione agli immigrati, anche a quelli clandestini. "Difenderemo tutti, a prescindere da dove vengono e a prescindere dai loro documenti di identità", ha detto De Blasio.