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Papa: quel crocifisso su falce-martello non mi offende, lo porto in Vaticano

Il Santo Padre commenta così lʼopera del gesuita Espinal, assassinato dalla dittatura, regalatagli dal presidente boliviano Morales. E sulla Grecia: "Trovino una via per non ricaderci"

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Il Papa non considera "un'offesa" il crocifisso posto su falce e martello, ispirato al disegno del gesuita Espinal assassinato dalla dittatura, regalatogli dal presidente boliviano Morales. "Capisco questa opera - ha detto Francesco -, la considero un'espressione di arte di protesta, per me non è stata un'offesa. Ve lo dico perché non ci siano opinioni sbagliate. La porto con me in Vaticano".

Interpellato sulla situazione greca prima che si raggiungesse l'accordo, in volo da Asuncion a Roma, il Santo Padre ha detto di augurarsi "che trovino una strada per risolvere il problema, e anche una sorveglianza perché gli altri Paesi non ricadano nello stesso problema". E ha continuato dicendo: "Perché quella strada, del prestito e debiti, alla fine non finisce mai".

Dopo aver premesso che di economia non capisce molto, ha inoltre osservato che "certo sarebbe semplice dare la colpa a questa o quella parte; se i governi greci hanno portato avanti questa situazione di debito internazionale, hanno una responsabilità, ora il nuovo governo si è dato una revisione", ha detto prima di auspicare una soluzione. Ha quindi accennato a "un progetto di cui mi hanno parlato tempo fa, per cui un paese può dichiarare bancarotta, che non è lo stesso del default".

E ha aggiunto: "Per illustrare quello che ho sentito, io dico che se una impresa può dichiarare bancarotta, perché un Paese no? Ma di questo progetto so poco, anzi se qualcuno lo ha sentito, magari ce lo può spiegare".