minaccia alla libertà di pensiero

Offese al re, il rapper catalano Pablo Hasél condannato a nove mesi di carcere

Il cantante, indipendentista, è accusato dei reati di apologia di terrorismo e ingiurie alla Corona e alle istituzioni dello Stato

10 Feb 2021 - 08:18
 © Facebook

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E' polemica in Spagna per la condanna, a nove mesi di carcere, inflitta al rapper Pablo Hasél, accusato dei reati di apologia di terrorismo e ingiurie alla Corona e alle istituzioni dello Stato, per alcuni suoi tweet e canzoni. L'artista potrebbe entrare in cella già nelle prossime ore. Hasel era già stato condannato nel 2015 per reati simili. In molti in Spagna vedono nella sentenza una minaccia alla libertà di pensiero.

Durissima la reazione di Amnesty locale: "Nessuno dovrebbe essere condannato penalmente per twittare o cantare qualcosa di sgradevole o scandaloso. Chiediamo da anni che si elimini il delitto di apologia del terrorismo dal Codice penale. Crediamo che anche le ingiurie alle istituzioni dello Stato debbano sparire. fare rap non è un delitto".

Nel Paese iberico, il perimetro del reato per apologia di terrorismo è stato aumentato dopo una riforma del Codice penale nel 2015, una modifica che ha creato non pochi problemi ad artisti e cantanti, in parte condizionati.

Anche il vicepresidente del governo spagnolo, Pablo Iglesias, si è schierato a favore del cantante: "In democrazia nessuno dovrebbe andare in carcere per delitti di opinione". Pablo Hasél ha annunciato che non andrà volontariamente in carcere: aspetterà gli agenti in casa.

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