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Nei disordini in Nepal sono state danneggiate infrastrutture pubbliche creando danni stimati in oltre 200 miliardi di rupie (circa 1,2 miliardi di euro). Lo riferisce il sito di informazione nepalese "Khabarhub" sulla base di fonti del ministero dello Sviluppo urbano. "La maggior parte di queste strutture non è ristrutturabile; non possono essere semplicemente riparate e riutilizzate come dopo un terremoto", ha affermato una fonte del dicastero, aggiungendo che la stima preliminare tiene conto solo degli edifici stessi, non delle spese aggiuntive necessarie per l'allestimento e la gestione degli uffici. I danni maggiori si sono verificati a Katmandu, dove sono stati attaccati il parlamento, l'ufficio presidenziale, il complesso governativo Singha Durbar e la Corte suprema, oltre a sedi di partiti e abitazioni di leader politici.