SUO IL GUGGENHEIM DI BILBAO

È morto Frank Gehry, gigante dell'architettura contemporanea

L'architetto canadese è morto a 96 anni nella sua casa di Santa Monica. Autore del Guggenheim di Bilbao e della Walt Disney Concert Hall, ha rivoluzionato il modo di concepire le città

05 Dic 2025 - 22:37
Museo Guggenheim Bilbao  © Ente del Turismo

Museo Guggenheim Bilbao  © Ente del Turismo

È morto all'età di 96 anni Frank Gehry, gigante dell'architettura contemporanea. Ha progettato alcuni degli edifici più fantasiosi mai costruiti e ha raggiunto un livello di fama mondiale raramente concesso ad alcun architetto. Gehry è morto nella sua casa di Santa Monica dopo una breve malattia respiratoria, ha detto Meaghan Lloyd, capo dello staff di Gehry Partners LLP. Tra i suoi numerosi capolavori figurano il Museo Guggenheim di Bilbao, in Spagna, la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles e il DZ Bank Building di Berlino. Gehry ha ricevuto tutti i premi più importanti nel campo dell'architettura, compreso il più prestigioso, il Premio Pritzker, per quello che è stato descritto come un lavoro "rinfrescante, originale e totalmente americano".

Nel 1997 l'apertura del Guggenheim Museum di Bilbao segnò una svolta epocale nella carriera di Frank Gehry e nella storia dell'architettura contemporanea. La struttura, rivestita in titanio e caratterizzata da forme fluide e volumi che sembrano sfidare la gravità, trasformò una città industriale in declino in un polo culturale di fama mondiale. Da quell'esperienza nacque il cosiddetto "Bilbao effect", espressione con cui si indica la capacità di un singolo edificio iconico di rigenerare l'immagine e l'economia di un intero territorio. L'opera consacrò Gehry come uno degli architetti più riconoscibili dai tempi di Frank Lloyd Wright e divenne un simbolo dell'architettura come motore di rinascita urbana.

Dalle icone urbane alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles

 Dopo il successo del Guggenheim, Gehry firmò numerosi progetti destinati a entrare nella storia. Tra questi, la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, con le sue superfici d'acciaio lucente che evocano un movimento musicale, e la Fondazione Louis Vuitton a Parigi, una costruzione che sembra sospesa tra vetro e aria. Le sue opere, sempre caratterizzate da un dialogo tra arte e tecnologia, hanno ridefinito i confini dell'architettura pubblica, rendendola un'esperienza estetica e sensoriale. Anche edifici più piccoli, come la Dancing House di Praga o il restyling del Museum of Fine Arts di Philadelphia, testimoniano la sua capacità di trasformare la funzionalità in poesia visiva.

© ufficio-stampa

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Dusseldorf, complesso Gehry

La sperimentazione tecnologica e la rivoluzione dei materiali

 Frank Gehry è stato un innovatore anche sul piano tecnologico. Il suo studio fu tra i primi a utilizzare software derivati dall'ingegneria aeronautica per la modellazione digitale di strutture complesse. Queste tecnologie permisero di realizzare geometrie fino ad allora impensabili e di coniugare creatività artistica e precisione ingegneristica. Gehry amava definire le sue architetture come "paesaggi in movimento", costruzioni che mutano a seconda della luce e della prospettiva, e che parlano direttamente alle emozioni di chi le osserva.

Una carriera iniziata da una casa ribelle a Santa Monica

 La sua carriera internazionale iniziò nel 1978 con la ristrutturazione di una modesta casa a Santa Monica, un vecchio bungalow che Gehry avvolse in strati di metallo ondulato, compensato e rete d'acciaio. Quel progetto, spiazzante e anticonvenzionale, divenne il manifesto di un nuovo linguaggio architettonico. "Non è bellezza né bruttezza", scrisse l'architetto Philip Johnson sul "New York Times Magazine", descrivendo quella costruzione come "una sorta di soddisfazione inquietante che non si prova in nessun altro spazio". Da quel momento Gehry si affermò come un autore capace di tradurre nella materia le tensioni e le contraddizioni della società contemporanea.

© IPA

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L'eredità di un visionario dell'architettura contemporanea

 Premiato con i massimi riconoscimenti del settore, tra cui il Pritzker Prize e il Praemium Imperiale, Gehry ha lasciato un'eredità profonda che va oltre i suoi edifici. Con la sua visione ha ridefinito il ruolo dell'architetto come artista e innovatore, influenzando generazioni di professionisti. Le sue opere, distribuite in tutto il mondo, rimarranno testimonianze tangibili di una creatività capace di trasformare l'acciaio e il vetro in emozione pura. La sua scomparsa segna la fine di un'epoca, ma la sua idea di architettura continuerà a ispirare il futuro delle città.