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La nobildonna britannica si è spenta a 92 anni a Kensington Palace. Fu la prima reale a convertirsi al cattolicesimo e abbracciò la musica come missione per i giovani
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Lutto nella casa reale britannica: Buckingham Palace ha annunciato con "profonda tristezza" la morte della duchessa di Kent, Katharine Lucy Mary Worsley, moglie del principe Edward, cugino della defunta regina Elisabetta II. La duchessa, 92 anni, era la figura più anziana della famiglia Windsor ancora attiva. È spirata nella notte tra il 4 e il 5 settembre nella sua residenza privata a Kensington Palace. Conosciuta per la sua discrezione e il suo impegno sociale, Katharine fu madrina storica del torneo di Wimbledon e prima reale a convertirsi al cattolicesimo dopo oltre tre secoli. Re Carlo III ha proclamato un periodo di lutto ufficiale; le bandiere dei palazzi reali sono a mezz'asta. La premier britannico Keir Starmer ha ricordato la duchessa come "un esempio di compassione e umanità", sottolineando la sua lunga dedizione alla musica e alle cause sociali. Una figura silenziosa, lontana dai riflettori, ma centrale per l'equilibrio simbolico della monarchia britannica.
Buckingham Palace ha dato notizia della scomparsa della duchessa di Kent attraverso un comunicato ufficiale, in cui si esprime "grande dolore" per la perdita. Katharine si è spenta nella quiete della sua abitazione privata, all'interno di Kensington Palace, residenza nel cuore di Londra. Al suo fianco, il marito, il duca di Kent, oggi 91enne. Nel messaggio rilasciato dalla famiglia reale si ricorda il suo impegno per le organizzazioni di beneficenza, la passione per la musica e l'empatia verso i giovani. Re Carlo III e la regina Camilla, in soggiorno a Balmoral per le vacanze estive, hanno espresso pubblicamente vicinanza ai figli e ai nipoti della duchessa, proclamando anche un periodo di lutto ufficiale all'interno della famiglia reale.
Nata il 22 febbraio 1933 nello Yorkshire, unica figlia del baronetto Sir William Worsley, Katharine Lucy Mary Worsley discendeva da una delle più antiche famiglie aristocratiche inglesi. Il suo matrimonio con il principe Edward, avvenuto nel 1961, fu seguito da una vita trascorsa lontana dai clamori, ma sempre vicina al cuore della monarchia. Nel corso degli anni, ha partecipato a numerosi eventi ufficiali e ricoperto ruoli istituzionali, ma è sempre rimasta una figura defilata, caratterizzata da riservatezza, pacatezza e senso del dovere. Madre di tre figli e nonna affettuosa, si è spesso distinta per scelte in controtendenza rispetto all'immagine pubblica dei Windsor.
La duchessa di Kent è ricordata non solo per i suoi legami reali, ma per un percorso personale fuori dal comune: abbandonò gradualmente la scena pubblica per dedicarsi all'insegnamento della musica in una scuola pubblica di Hull, nell'Inghilterra nord-orientale, dove per oltre dieci anni lavorò sotto lo pseudonimo "Mrs Kent". Pianista, organista e cantante, fu promotrice della fondazione Future Talent, nata con l'obiettivo di sostenere giovani musicisti di talento provenienti da contesti svantaggiati. La sua figura divenne emblematica anche per l'empatia dimostrata in pubblico: celebre il gesto con cui, nel 1993, abbracciò la tennista Jana Novotna dopo la sua sconfitta a Wimbledon, rompendo ogni protocollo reale. Ha collaborato anche con organizzazioni come Samaritans e Unicef, e sostenuto centri giovanili e progetti educativi in tutta l'Inghilterra.
Nel 1994, Katharine scelse di convertirsi alla religione cattolica, rompendo una tradizione plurisecolare. Era dalla fine del XVII secolo che un membro della famiglia reale non prendeva una simile decisione.
Il gesto, profondo e meditato, venne accolto con rispetto dalla regina Elisabetta II che, secondo quanto riportato, le disse semplicemente: "Yes, go and do it". La duchessa partecipava regolarmente alla messa cattolica, mantenendo al contempo il rispetto delle funzioni ufficiali di corte. La sua scelta fu simbolo di apertura e di coerenza personale, e contribuì a rafforzare l'immagine di una monarchia in dialogo con la società moderna.
Pur non essendo mai stata prossima al trono, Katharine è stata per molti versi una "regina mancata": incarnava qualità regali per eccellenza - dignità, moderazione, empatia, spirito di servizio - tanto da guadagnarsi una stima trasversale ben oltre i confini del protocollo. A differenza di altri membri della famiglia reale, non cercò mai visibilità o notorietà, preferendo il silenzioso lavoro sul campo, nelle scuole, nei centri giovanili, tra gli studenti di musica. Il suo ruolo è stato essenziale nel dare un volto umano alla monarchia: non di rappresentanza, ma di sostanza. È anche grazie a figure come la duchessa di Kent che l'istituzione reale ha potuto mantenere legami profondi con la società civile. La stampa britannica, nei necrologi di queste ore, l'ha più volte definita "un esempio di regina senza corona".
Katharine lascia il marito Edward, tre figli - George, Earl of St Andrews; Lady Helen Windsor; Lord Nicholas Windsor - e una numerosa discendenza. La sua memoria, però, vive nel patrimonio morale che ha trasmesso: la dedizione alla musica come linguaggio universale, il rispetto per ogni fede, l'empatia verso i più fragili, il rifiuto del protagonismo. L'ultima vera "grande signora" di casa Windsor se ne va con la stessa riservatezza con cui ha sempre vissuto. Ma l'impronta che ha lasciato, soprattutto tra i più giovani, resterà come esempio di una regalità autentica, silenziosa e profondamente umana.