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Migranti, Save the children: minori costrette a prostituirsi per passare il confine tra Italia e Francia

Il fenomeno del "survival sex" è in forte aumento. E lʼong denuncia: "Gravissimi i rischi di abusi e sfruttamento per le ragazzine che vogliono raggiungere i loro familiari in altri Paesi europei"

Migranti, Save the children: minori costrette a prostituirsi per passare il confine tra Italia e Francia - foto 1
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E' allarme sulle migranti minorenni costrette a prostituirsi per lasciare l'Italia e arrivare in Francia.

A segnalarlo è Save the children, secondo cui il fenomeno riguarda soprattutto le ragazzine provenienti dal Corno d'Africa e dai Paesi subsahariani, che si vendono anche per reperire cibo o un alloggio. "Sono tutte giovanissime - dice l'ong -, spesso appartenenti al flusso dei minori non accompagnati".

Il "survival sex", come viene chiamato il preoccupante fenomeno, riguarda tante ragazzine che tentano disperatamente di ricongiungersi ai loro familiari e conoscenti, che si trovano in Paesi europei diversi dall'Italia. Le giovanissime si prostituiscono per pagare i "passeurs", che le portano oltre-confine in cambio di 50-150 euro. "Private della possibilità di percorrere vie sicure e legali, sono fortemente esposte a gravissimi rischi di abusi e sfruttamento - dicono all'ong - e si ritrovano a vivere in condizioni di grande degrado e promiscuità". Secondo Save the children il triste fenomeno si verifica soprattutto alla frontiera di Ventimiglia.

E' fondamentale, afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa Save the children, "garantire alle vittime tutta la protezione di cui hanno bisogno e per questo, in rete con le organizzazioni attive sul campo, stiamo potenziando i nostri interventi nelle aree di confine del Nord Italia, con un'unità mobile grazie alla quale, a partire dai prossimi giorni, i nostri operatori raggiungeranno i minori più vulnerabili per offrire loro supporto e assistenza e difenderli dai gravi rischi che corrono".

Tratta e sfruttamento dei minori in Italia, le stime - In Italia, quello della tratta e dello sfruttamento dei minori è ancora un fenomeno per lo più sommerso. Nel 2017, secondo il dipartimento per le Pari opportunità, nell'ambito della piattaforma nazionale Anti-tratta, le vittime minorenni inserite in programmi di protezione sono state complessivamente 200 (quasi il doppio rispetto all'anno prima, 111), di cui 196 ragazze.

Nella metà dei casi (46%) si tratta di vittime di sfruttamento sessuale e in più del 93% sono ragazze nigeriane tra i 16 e i 17 anni. Una tendenza che trova conferma anche nei rilevamenti delle unità di strada del programma "Vie d'uscita" di Save the children per il contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori, che tra gennaio 2017 e marzo 2018, in alcuni territori chiave del fenomeno (Abruzzo, Marche, Sardegna, Veneto e a Roma), sono entrate in contatto con 1.904 vittime, di cui 1.744 neomaggiorenni o sedicenti tali e 160 minorenni, in netta prevalenza (68%) nigeriane, seguite dalle romene (29%).

Un numero in forte crescita rispetto al periodo maggio 2016-marzo 2017, quando erano state contattate 1.313 vittime. In una sola notte, a ottobre 2017, la rete di organizzazioni anti-tratta ha inoltre rilevato 5.005 vittime in strada, tra cui 211 minori, registrando un incremento del 53% rispetto a maggio dello stesso anno.

Minori "invisibili" e il caso di Ventimiglia - Al 31 maggio in Italia 4.570 minori risultano irreperibili, hanno cioè abbandonato le strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti, in particolare nelle regioni del Sud. Si tratta per lo più di minori eritrei (14%), somali (13%), afghani (10%), egiziani (9%) e tunisini (8%). E' quanto emerge dal rapporto di Save the Children 'Piccoli schiavi invisibili 2018', in cui si sottolinea che l'abbandono del sistema di accoglienza e il loro "ingresso nell'invisibilità" espone i minori in transito a forti rischi. I casi più vulnerabili sono le ragazze minorenni provenienti dal Corno d'Africa.

Sebbene le comunità di accoglienza ospitino per lo più ragazzi, particolarmente significativa risulta la presenza di ragazze minorenni eritree (178) e somale (65), la cui propensione all'abbandono è molto alta e che una volta entrate nell'alveo dell'invisibilità rimangono esposte ad abusi e soprusi. Al confine di Ventimiglia la situazione si è aggravata in particolare dopo lo sgombero, ad aprile 2018, dell'accampamento informale nell'area lungo il fiume Roja. Da allora, gli operatori di Save the children sul terreno hanno rilevato la permanenza in strada di molti minori in condizioni degradanti, promiscue e pericolose che vengono alleviate soltanto dalle associazioni che offrono loro assistenza legale, connessione a Internet e altri beni di prima necessità.