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Migranti, la risposta Ue allʼemergenzaI punti dellʼaccordo tra i Paesi membri

Giovedì il vertice a Bruxelles dovrebbe portare a una soluzione. Passano le quote obbligatorie, ma lʼultima parola spetterà ai singoli Stati

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Spariscono le quote obbligatorie, ma gli Stati saranno vincolati a "decidere entro fine luglio sulla distribuzione di 40mila" profughi, su scala europea. Questo il punto principale su cui ruoterà il compromesso al vertice Ue di giovedì, con cui si pensa di poter salvare il volto solidale dell'Europa e la sovranità dei governi - in molti casi tallonati dai movimenti di destra e populisti - di fronte agli elettorati.

Ricollocamenti e reinsediamenti - Nella bozza di conclusioni del vertice europeo del 25 e 26 giugno, trapelata oggi (quindi i termini possono ancora cambiare) i numeri e i tempi proposti dalla Commissione Ue restano: 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, da distribuire in due anni, su scala europea, e 20mila da reinsediare in 24 mesi dai campi profughi. Quello che invece varia rispetto alla proposta legislativa dell'esecutivo comunitario, è il modo con cui si arriva alla ripartizione. Saranno "gli Stati membri" nella loro sovranità a decidere entro fine luglio".
Secondo fonti Ue è questo il passaggio che scioglie il nodo più controverso del dossier immigrazione, superando la questione del meccanismo obbligatorio, che aveva fatto scattare i paletti di numerosi Stati membri, decisi a non subire nuovi 'diktat'. D'altra parte, servirà comunque una maggioranza qualificata per arrivare a questo meccanismo "temporaneo" ed "eccezionale", che di fatto apre una breccia nel Regolamento di Dublino, ma che così formulato renderà probabilmente più difficile il proposito della Commissione Ue di presentare una proposta legislativa entro fine anno, per uno strumento permanente.

Asilo e lista Ue Paesi sicuri - Al fine di accelerare le procedure per le richieste d'asilo si pensa alla possibilità di creare una lista europea dei cosiddetti Paesi d'origine sicuri. Secondo fonti, la provenienza da uno di questi Paesi riduce la possibilità dei migranti di ottenere protezione internazionale.

Centri di smistamento (Hotspots) - Si prevedono zone di frontiera organizzate e strutture nei Paesi in prima linea dove, anche con l'aiuto di esperti degli altri Stati membri, dell'Ufficio per l'asilo (Easo), Frontex, ed Europol, si assicurerà la registrazione e la raccolta delle impronte digitali dei migranti, così come prevede il Regolamento di Dublino e Eurodac (sistema identificazione).

Rimpatri - Efficaci politiche di rimpatrio sono viste come "una parte essenziale per combattere l'immigrazione illegale" e "scoraggiare le persone dal rischiare la loro vita". A questo scopo "tutti gli strumenti saranno mobilitati per promuovere le riammissioni dei migranti illegali nei Paesi di origine e transito". Tra l'altro, in una lettera della Commissione alle capitali, si contempla anche la "reclusione dei migranti, come estremo rimedio per evitare la fuga degli irregolari".

Conferenza della Valletta - Si punta ad assistere i partner africani nello sviluppo, con investimenti che permettano di affrontare le cause principali dell'emigrazione; nella lotta contro i trafficanti, con il rafforzamento della cooperazione per una politica dei rimpatri più efficace. In particolare, l'Ue non ha accordi di riammissione con i Paesi nord-africani: ad esempio, è ancora impegnata in un negoziato col Marocco (mandato del 2000), mentre con l'Algeria ancora non ha iniziato le trattative (mandato risale al 2002).