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Migranti, appello della nave Aquarius: "L'Ue ci indichi un luogo sicuro dove far sbarcare 141 profughi"

Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, in mare da giorni, lanciano lʼallarme: "Nessuno soccorre più i barconi". Le persone a bordo: "Abbiamo incrociato cinque imbarcazioni, ma nessuna assistenza"

Migranti, appello della nave Aquarius:
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Dopo aver salvato 141 migranti al largo della Libia con la nave Aquarius, Sos Mediterranée e Medici senza frontiere lanciano l'allarme: "Le persone soccorse hanno dichiarato di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro assistenza, prima di incontrare l'Aquarius.

Le navi potrebbero non essere disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell'alto rischio di rimanere bloccate e vedersi negare un porto sicuro".

La Aquarius nei giorni scorsi ha tratto in salvo 141 persone che si trovavano sui barconi al largo della Libia e ora si sta dirigendo verso le coste europee per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di Coordinamento dopo il "no" di quello libico.

"Ue ci indichi luogo sicuro di sbarco" - Sos Mediterranee e Msf chiedono dunque ai governi del Ue di "assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo, in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l'Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria", si legge in una nota diffusa da Medici Senza Frontiere.

Molti migranti provengono dai centri di detenzione libici - Più del 70% delle persone salvate proviene dalla Somalia e dall'Eritrea. Le condizioni di salute delle persone soccorse sono stabili al momento, ma molte sono estremamente deboli e denutrite. Molte persone riferiscono di essere state detenute in condizioni disumane in Libia.

Esclusa ipotesi italiana - Sembra da escludere l'ipotesi che la Aquarius possa attraccare in Italia, dopo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha affermato "che la nave non vedrà mai un porto italiano".

"Manca la capacità di coordinare un salvataggio" - Medici senza frontiere riferisce di aver informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti, tra cui i Centri Nazionali di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Italia, Malta e Tunisia. Così Aloys Vimard, coordinatore della Ong a bordo della Aquarius: "I governi europei hanno fatto tutto il possibile per sostenere il Centro di Coordinamento dei Soccorsi libico, tuttavia gli eventi mostrano che non hanno assolutamente la capacità di coordinare un salvataggio"