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Loch Ness, una nuova ricerca: "Plausibile l'esistenza di un mostro"

Una squadra di ricercatori ha raccolto 250 campioni dal fondale del lago e ridato speranze ai fan di Nessie

Loch Ness, una nuova ricerca:
istockphoto

Tra presunti avvistamenti e bufale create a tavolino, il mistero del mostro di Loch Ness tiene ancora banco dopo centinaia di anni.

La scienza ha sempre respinto la teoria dell'esistenza di una bestia nel lago delle Highlands scozzesi. Ora una ricerca potrebbe riaccendere le speranze degli amanti di Nessie. Dopo aver raccolto 250 campioni dalle profondità del lago, un gruppo di scienziati ha affermato che la presenza del leggendario animale "rimane plausibile".

Nel 2018 il professor Neil Gemmell dell'Università di Otago in Nuova Zelanda, ha guidato un team globale che ha prelevato 250 campioni di acqua ed estratto abbastanza DNA per analizzare circa 500 milioni di sequenze genetiche. L'obiettivo era quello di raccogliere alcuni campioni lasciati dalle specie viventi nel lago, come pelle, squame, piume, pellicce ed escrementi, per fare un elenco dettagliato di ciò che abita il Loch Ness. I risultati dell'analisi non saranno completi fino al prossimo settembre. "Ci sono stati più di un migliaio di avvistamenti segnalati di qualcosa a Loch Ness, che hanno creato questa idea di un mostro che si trova in acqua" ha dichiarato Gemell. "Da questi avvistamenti si possono dare circa quattro spiegazioni principali su ciò che è stato visto. La nostra ricerca essenzialmente scarta la maggior parte di queste teorie, tuttavia una teoria rimane plausibile".

Il mistero di Nessie è uno dei più antichi della Scozia. Ancora adesso è il motore dell'industria turistica della zona e porta migliaia di persone ogni anno nelle zone del lago. La storia del mostro può essere fatta risalire a 1.500 anni fa, quando un monaco irlandese raccontò in un libro di aver visto uscire dall'acqua una "selavaggia bestia marina" e di averla scacciata con le preghiere. Negli anni '30 del Novecento, il giornale locale The Inverness Courier riferì il primo avvistamento moderno. Successivamente alcune bufale montate dai fotografi hanno screditato la teoria dell'esistenza del mostro.