"oltraggiose affermazioni"

Israele vieta l'ingresso alla funzionaria italiana dell'Onu Francesca Albanese

A Tel Aviv non sono piaciute alcune dichiarazioni dell'inviata delle Nazioni Unite sul massacro del 7 ottobre

12 Feb 2024 - 19:03
 © Tgcom24

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Israele ha deciso di negare l'ingresso nel Paese a Francesca Albanese, inviata del Consiglio dei diritti umani dell'Onu. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata "alle sue oltraggiose affermazioni che le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all'oppressione israeliana".

Le parole di Francesca Albanese

 Rispondendo due giorni fa ad un post di Le Monde, Francesca Albanese aveva scritto che "le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo ma in risposta all'oppressione di Israele. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime".

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Il commento di Israele

  Poco dopo l'ufficialità del bando sine die per la nostra connazionale si sono fatti sentire due dei ministri del governo israeliano. "L'era del silenzio degli ebrei è finita - hanno affermato i ministri degli Esteri Israel Katz e dell'Interno Moshe Arbel in una dichiarazione congiunta relativa alla vicenda. "Se l'Onu vuole tornare a essere un organismo rilevante - proseguono i due - i suoi leader devono sconfessare pubblicamente le parole antisemite dell'Inviata Speciale e licenziarla in modo permanente. Impedirle di entrare in Israele potrebbe ricordarle il vero motivo per cui Hamas ha massacrato bambini, donne e adulti".

Albanese: "Atrocità d'Israele raggiungono un nuovo livello"

  Su X Francesca Albanese risponde alla decisione di Israele di negarle l'ingresso nel Paese. "Il divieto di ingresso da parte di Israele non è una novità. Israele ha negato l'ingresso a TUTTI i Relatori Speciali/OPt dal 2008! Ciò non deve diventare una distrazione dalle atrocità di Israele a Gaza, che stanno raggiungendo un nuovo livello di orrore con il bombardamento di persone nelle 'aree sicure' di Rafah". 

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