L'Unione Africana richiama l'urgenza di interventi strutturali e conferma gli obiettivi di riduzione del 50% entro il 2030
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Le morti legate agli incidenti stradali nel continente africano rappresentano quasi un quarto del totale mondiale, nonostante la regione disponga di meno del 4% dei veicoli circolanti a livello globale. A essere maggiormente esposti sono pedoni, ciclisti e motociclisti, in larga parte giovani. L'impatto umano, economico e sociale risulta significativo, con costi stimati intorno al 2% del prodotto interno lordo annuo dei Paesi membri. È quanto evidenzia l'Unione Africana in occasione della Giornata dedicata alla sicurezza stradale, celebrata oggi. Secondo l'organizzazione continentale, l'espansione delle infrastrutture viarie procede parallelamente agli obiettivi di connettività e integrazione regionale previsti dall'Agenda 2063. In questo contesto, la tutela della sicurezza lungo le reti di trasporto viene indicata come elemento determinante per la protezione delle vite, la salvaguardia degli investimenti e la realizzazione di una crescita inclusiva e sostenibile.
L'Unione Africana indica come priorità la diminuzione del numero di vittime e di feriti gravi, risultato da perseguire attraverso politiche dedicate e interventi strutturali. Tra questi figurano il potenziamento delle infrastrutture orientate alla sicurezza, l'adozione di standard più rigorosi per i veicoli, l'applicazione di pratiche più efficaci da parte degli utenti della strada e un miglioramento delle risposte in seguito agli incidenti. La ricorrenza annuale intende inoltre rendere omaggio a chi ha perso la vita negli incidenti, alle loro famiglie e alle comunità coinvolte. Allo stesso tempo, l'iniziativa vuole sensibilizzare l'opinione pubblica e ribadire gli impegni assunti a livello continentale e nazionale per riuscire a dimezzare entro il 2030 il numero di decessi e di feriti gravi provocati dagli incidenti stradali.