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Il G7 sfida la Cina e lancia un piano globale per le infrastrutture

Concordati investimenti nei Paesi in via di sviuppo per contrastare la crescente influenza di Pechino con la sua Nuova via della Seta

Afp

I leader del G7 hanno approvato un piano globale sulle infrastrutture per i Paesi a basso reddito. I sette leader, riuniti in Cornovaglia, hanno risposto in questo modo al progetto della Via della Seta promosso da Pechino, lanciando quindi di fatto una sfida alla Cina. 

E' stato dunque concordato un progetto per invetire in infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo per contrastare la crescente influenza globale della Cina, come ha fatto sapere la Casa Bianca, spiegando che il piano "Build back Better World" è stato adottato dopo che il presidente Usa Joe Biden e gli altri leader si sono incontrati proprio per discutere della competizione strategica con Pechino, che ha investito miliardi di dollari nel mondo con la sua Nuova via della Seta. 

 

Biden in pressing sulla Cina per gli Uiguri - Joe Biden interviene con i colleghi del G7 per un'azione "concreta sul lavoro forzato" con l'obiettivo di inviare un messaggio chiaro "al mondo: queste pratiche sono un affronto alla dignità  umana e un esempio della concorrenza economica sleale della Cina". E' quanto afferma un funzionario della Casa Bianca, sottolineando che è essenziale richiamare "l'uso del lavoro forzato nello Xinjiang e prendere misure concrete per assicurare che le catene di approvvigionamento globali siano libere dall'uso del lavoro forzato". Il messaggio, aggiunge, è che il G7 è serio nel difendere i diritti umani. 

 

Brexit, Johnson alla Ue: "Serve un compromesso" - Uno tra i temi all'ordine del giorno è la Brexit, su cui il Regno Unito chiede all'Ue un'interpretazione "pragmatica" sull'attuazione del protocollo nordirlandese allegato alle intese post Brexit, che Bruxelles contesta a Londra di non rispettare, ed evoca la prospettiva di "un compromesso" da entrambe le parti a salvaguardia del comune impegno sulla tutela in Irlanda dello storico accordo di pace del Venerdì Santo 1998. Lo sottolinea il premier Boris Johnson, secondo una nota diffusa da Downing Street dopo un incontro con i vertici di Bruxelles a margine del G7, replicando a Ursula von der Leyen e Charles Michel. 

 

I due leader Ue avevano twittato in precedenza: "L'accordo del venerdì santo e la pace sull'isola d'Irlanda sono di primaria importanza. Abbiamo negoziato un protocollo che lo preserva, firmato e ratificato da Ue e Regno Unito. Vogliamo le migliori relazioni possibili con il Regno Unito. Entrambe le parti devono attuare quanto è stato concordato. Su questo c'è piena unità dell'Ue". 

 

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