ORA E' UN EROE

Gaza, 17enne e l'ultimo post: "Meglio morto che nel terrore". Poi il missile israeliano

Non riusciva a dormire per i raid israeliani. Poche ore dopo il messaggio su Facebook è rimasto ucciso in uno degli attacchi

12 Lug 2014 - 19:11
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Anas Qandeel, 17enne di Gaza, un ragazzo come tanti, qualche sogno o speranza. Ora quel ragazzo non c'è più, è una delle decine di vittime dei raid israeliani su Gaza. Ma per i palestinesi è un altro martire. Poche ore prima di morire aveva postato su Facebook la sua angoscia: "Meglio morto, che attanagliato sempre dalla paura". "Dio, ti prego, abbi pietà di me, non ho dormito da ieri [...] Che la nostra casa sia bombardata, e così la faremo finita una volta per tutte". Forse in estremo aveva ancora voglia di scherzare. Il giorno dopo è morto tra le macerie di un palazzo colpito dai missili israeliani.

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Nel breve testo si firmava "#Sleepy", il sonnolento. Oggi la sua comunità web rende noto che quelle sono state le sue ultime parole. Anas, viene riferito, è stato colpito mentre si trovava in un edificio nella centrale via Nasser. "Ora finalmente Sleepy potrà riposare" ha chiosato qualcuno.

Faceva parte del braccio armato di Hamas - Della sua breve esistenza si conoscono scarni elementi. Si sa che il padre in anni passati fu ucciso da Israele e che il cuore di Anas batteva per le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. In una delle sue ultime foto si vede un ragazzo allegro, seduto su una transenna di legno. Alle sue spalle si intravvede un tendone colorato. Forse quello di un circo. La sua immagine è quella di un ragazzo che amava la vita.

Come è possibile che abbia potuto implorare di essere annientato? A Gaza si fa presente che certamente i continui bombardamenti, le esplosioni, le distruzioni, le morti orrende di congiunti e vicini limano i nervi della popolazione. E' un Ramadan di estrema tristezza. Le notti vengono trascorse in bianco. E quando anche gli aerei da combattimento israeliani si concedono una tregua, in cielo restano i droni a scrutare la vita degli abitanti di Gaza: strada per strada, casa per casa, finestra per finestra.

Il ronzio infinito dei droni - Non uno, non dieci, ma sono molti di più. Per uno che torna alla base, altri lo sostituiscono. E il sordo ronzio, si dice a Gaza, "cucina il cervello della gente come un forno a microonde". Si cercano rimedi, si tenta di tapparsi le orecchie come si può: ad esempio con cuffie stereofoniche. Ma la musica delicata non basta a coprire il rumore dei droni israeliani. Occorre accrescere il volume. E quanto si può resistere in queste condizioni? Forse questi, o pensieri simili, passavano nella testa di Anas quando ha tracciato le sue ultime parole su Facebook: un testamento virtuale, che però è subito andato a segno nei cuori della gente.

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