Dopo mesi di indagini è stato pubblicato il rapporto. Tra le proposte, anche l'istituzione di un reato di "negligenza digitale" per i genitori
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In Francia la commissione parlamentare d'inchiesta su TikTok ha raccomandato di vietare il social media ai minori di 15 anni. Ciò per contrastare la sua "trappola algoritmica" che può compromettere la salute dei giovani. Tra le raccomandazioni dei parlamentari figurano anche l'istituzione di un "coprifuoco digitale" sui social media dalle 22 alle 8 per gli adolescenti dai 15 ai 18 anni, una massiccia campagna informativa sui rischi associati al loro utilizzo e l'istituzione di un "reato di negligenza digitale" per i genitori.
Il divieto di social, già sostenuto dal presidente Emmanuel Macron, mira a sensibilizzare famiglie e ragazzi sui rischi delle piattaforme come TikTok, particolarmente popolare tra gli adolescenti. “Non è una cosa banale”, ha dichiarato la deputata Laure Miller, relatrice della commissione d’inchiesta, sottolineando l’importanza di proteggere i più giovani dagli effetti negativi dei social.
La proposta arriva dopo mesi di indagini avviate a marzo, in seguito a una causa legale contro TikTok promossa nel 2024 da sette famiglie, che accusano la piattaforma di aver esposto i loro figli a contenuti pericolosi, potenzialmente legati a casi di suicidio. Secondo i risultati del rapporto, l’algoritmo di TikTok, copiato da altre piattaforme, amplifichi contenuti nocivi, intrappolando i giovani in “bolle” che possono aggravare problemi come la perdita di concentrazione, disturbi del sonno o bassa autostima, specialmente tra gli adolescenti.
Tra le testimonianze raccolte dalla commissione, spicca quella di Géraldine, una madre di 52 anni che ha perso la figlia Pénélope, 18 anni, suicida nel febbraio 2024. Dopo la tragedia, Géraldine ha scoperto che la figlia pubblicava e guardava video di autolesionismo su TikTok. “Non è TikTok che ha ucciso nostra figlia, perché comunque non stava bene”, ha raccontato Géraldine all’AFP. Tuttavia, la madre denuncia la scarsa moderazione dei contenuti sulla piattaforma, che avrebbe “peggiorato” il malessere della figlia. La sua storia sottolinea la difficoltà dei genitori nel controllare l’esposizione dei figli a contenuti online, un problema che il rapporto intende affrontare con misure concrete.
Per i giovani tra i 15 e i 18 anni, il rapporto propone un “coprifuoco digitale”, rendendo i social media inaccessibili dalle 22 alle 08. Inoltre, si suggerisce l’introduzione di un “reato di negligenza digitale” per responsabilizzare i genitori che non vigilano sull’uso dei social da parte dei figli. Se entro tre anni le piattaforme non rispetteranno le normative europee, come il Regolamento sui servizi digitali , il divieto potrebbe estendersi fino ai 18 anni.
TikTok, di proprietà del gruppo cinese ByteDance, ha ribadito che la sicurezza dei giovani è la sua “priorità assoluta”. Durante l’inchiesta, i rappresentanti della piattaforma hanno vantato un sistema di moderazione basato sull’intelligenza artificiale, che nel 2023 avrebbe rimosso il 98% dei contenuti contrari alle regole in Francia. Tuttavia, i parlamentari hanno giudicato questi sforzi “insufficienti” e le regole “facili da aggirare”. Géraldine ha criticato il sistema, sottolineando che digitando la parola “suicidio” si viene reindirizzati a un numero di assistenza, ma i contenuti pericolosi restano accessibili tramite altri termini o emoji.
Il divieto per i minori di 15 anni si inserisce in un dibattito più ampio, sostenuto da Macron e rafforzato dalle recenti linee guida della Commissione Europea, che aprono la strada a regolamentazioni nazionali. Tuttavia, l’attuazione di misure come la verifica dell’età all’iscrizione solleva problemi tecnici e preoccupazioni per le libertà individuali. Una legge francese del 2023, che richiede il consenso dei genitori per l’accesso ai social per i minori di 15 anni, non è mai entrata in vigore per dubbi sulla sua compatibilità con il diritto europeo.Il rapporto propone anche una campagna informativa per educare famiglie e giovani sui rischi dei social media. La Francia, con questa proposta, si pone in prima linea in Europa, seguendo l’esempio di paesi come l’Australia, che sta lavorando a un divieto per i minori di 16 anni.