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Assenti molti leader dei Paesi G20, tra cui Donald Trump e Xi Jinping, i cui Paesi rappresentano rispettivamente l'11 e il 29% delle emissioni globali
Decine di capi di Stato e di governo sono riuniti a Belém - la 'porta d'accesso' dell'Amazzonia brasiliana - nel vertice dei leader alla Cop30 che precede l'avvio della trentesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite, al via dal 10 al 21 novembre. A dieci anni dallo storico accordo di Parigi, gli oltre 190 firmatari sono chiamati a fare il punto sulle promesse mantenute e a trasformare gli impegni in azioni concrete. Transizione energetica, finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici e superamento dei combustibili fossili sono i dossier che hanno dominato le tavole rotonde tematiche che si sono snodate nella seconda giornata di lavori, in cui Lula ha annunciato la creazione di un fondo nazionale che destinerà alla transizione energetica parte dei proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio.
Sui lavori pesa il contesto geopolitico internazionale complesso e l'assenza di molti leader dei Paesi G20, tra cui Donald Trump e Xi Jinping, rispettivamente l'11 e il 29% delle emissioni globali. A colmare il vuoto punta l'Unione europea, decisa a giocare un ruolo di primo piano nella diplomazia climatica, forte di un accordo appena raggiunto, a fatica, sui propri obiettivi climatici al 2035 - richiesti all'Ue proprio dagli impegni di Belém - e su quelli al 2040, con la conferma (con più flessibilità) del taglio del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990.