La bellezza di Bianca Balti, il dramma dei rifugiati e lo sfondo di Venezia. Sbarca in Italia per la prima volta la performance “Dress For Our Time”: la top model indossa un abito unico realizzato con una tenda dell'UNHCR che ha ospitato una famiglia di rifugiati nel campo di Za'atari. La performance ha luogo in tre location della città: prima tappa a Salute, seconda a Piazza San Marco, chiusura a San Servolo dove il vestito si trasforma in una installazione. "Dress for Our Time" è una delle componenti di Rothko in Lampedusa, il progetto di UNHCR a Venezia, che inaugura l'11 maggio. La mostra, ospitata a Palazzo Querini, presenta le opere di otto artisti contemporanei che hanno vissuto l'esperienza dell'esilio o affrontato il tema della fuga nel loro percorso artistico e di 5 artisti emergenti, oggi rifugiati. La performance "Dress for Our Times" verrà ripresa dal regista David Betteridge e diventerà una video installazione che sarà ospitata all'interno del Padiglione fino alla sua chiusura, prossimo 24 novembre. Nata da una intuizione della Professoressa Helen Storey, una artista e designer del London College of Fashion della University of the Arts di Londra, l'iniziativa Dress of our Time mira a sensibilizzare su una delle questioni piú urgenti del nostro tempo: la condizione drammatica vissuta da oltre 68,5 milioni di persone sradicate dalle loro case dalla guerra e dalla violenza. Alla mostra di UNHCR è associata una iniziativa di raccolta fondi per donare Refugee Housing Units (RHU), innovativi moduli abitativi di emergenza. L'UNHCR è grato alla Fondazione Only The Brave che ha aderito all'iniziativa e donato 20 RHU per il Niger.
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