Europa, la spinta delle lobby che vogliono il cibo artificiale in tavola
A "Quarta Repubblica" il bio ingegnere Giuseppe Scionti: "È un mercato che muove circa dieci miliardi l'anno"
L'Europa, che ha sdoganato le locuste migratorie nel 2021 e solo pochi giorni fa è stata la volta di grilli e farine prodotte da vermi comuni, si prepara a una nuova frontiera del novel foods: il cibo artificiale. Negli ultimi quattro anni le richieste per autorizzazioni di nuovi prodotti alimentari sono state oltre duecento, tutte sotto il Green Deal ovvero le iniziative buone per salvare il pianeta. "Vogliono farci credere che questi prodotti serviranno per sfamare un pianeta da otto miliardi di abitanti e produrre cibo più sostenibile con maggiore benessere animale, ma il sospetto che abbiamo è che l'interesse finanziario sia talmente elevato che questi scopi filantropici vengano poi temprati" ha dichiarato a "Quarta Repubblica" il membro del Parlamento europeo Paolo Borchia.
"Ci sono alcune multinazionali dai fatturati pesanti che hanno un potere d'influenza sulla commissione europea molto accentuato" ha concluso l'eurodeputato della Lega. A intervenire alle telecamere di "Quarta Repubblica" è anche Giuseppe Scionti, bio ingegnere, che è passato dalla ricostruzione di tessuti umani alla creazione del cibo del futuro tramite una stampante 3d che decide a monte il colore, la consistenza e il sapore. "È un mercato che muove circa dieci miliardi l'anno. Penso che sul medio lungo termine questa transizione avverrà. Le più grandi lobby hanno già investito grosse somme sul cibo artificiale".
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