TESTA A TESTA

Elezioni Ucraina, spoglio al 70% E' sempre sfida Poroshenko-Iatseniuk

Il partito del presidente in testa nei collegi uninominali, da cui escono la metà dei deputati del Parlamento ucraino. Poroshenko dovrebbe diventare il primo partito. Non avendo la maggioranza semplice di 226 voti, i due leader dovranno formare una maggioranza più ampia

27 Ott 2014 - 23:21
 © ansa

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In Ucraina chiamata al voto, è testa a testa tra il Fronte popolare del premier Arseni Iatseniuk e il Blocco del presidente Petro Poroshenko. Con il 70,86% delle schede scrutinate, il Fronte popolare è per ora in leggero vantaggio con il 21,82% dei voti, mentre il Blocco Poroshenko è al 21,45%. Il partito del presidente è in testa in circa il 30% dei collegi uninominali, da cui escono la metà dei deputati del Parlamento.

Le elezioni sono state riconosciute da Mosca, salutate come una vittoria della democrazia da tutta la comunità internazionale, nonostante siano rimasti esclusi circa cinque milioni di elettori, tra la Crimea annessa dalla Russia e le zone occupate dai ribelli filorussi nelle regioni orientali di Lugansk e Donetsk.

Ora i due leader che dovranno coabitare, dopo l'inatteso testa e testa tra il blocco del presidente Poroshenko, rimasto sotto le attese, e il Fronte popolare del premier Arseni Iatseniuk, che sarà riconfermato dopo aver raddoppiato i consensi della vigilia sorpassando per ora di un soffio il capo dello Stato nel proporzionale: 21,82% contro 21,45% con il 70% delle schede scrutinate. Grazie ai seggi uninominali, Poroshenko dovrebbe diventare il primo partito, con 127 seggi, mentre Iatseniuk si dovrebbe fermare a 80: non avendo la maggioranza semplice di 226 voti, i due leader dovranno formare una maggioranza più ampia. Con Samopomich (11.12%), Iulia Timoshenko (Patria, al 5,66%) e Svoboda, che però al momento resta sotto la soglia di sbarramento del 5% (4,72%).

A preoccupare è il possibile braccio di ferro tra Poroshenko e Iatseniuk, ritenuti più legati rispettivamente alla Ue e agli Usa, con il primo più disponibile al dialogo con Putin e il secondo molto meno. Entrambi, secondo gran parte degli analisti, sono per la pace nel Donbass, ma non concorderebbero sul prezzo da pagare: Poroshenko sarebbe pronto a concessioni territoriali e autonomistiche, Iatseniuk no. E le urne sembrano aver bocciato l'eccessiva moderazione del presidente e le sue concessioni al Cremlino, oltre ad una lista con qualche personaggio riciclato e guidata dal finora deludente pugile-sindaco di Kiev Vitali Klitschko.

Iatseniuk, invece, pur non essendo tra i leader più graditi del Maidan, si è guadagnato rispetto come efficace premier manager e la gente lo ha premiato nonostante le prime riforme impopolari: di fatto le elezioni lo hanno consacrato come potenziale concorrente di Poroshenko, evocando il timore della riedizione di un duello come quello tra i due ex alleati della rivoluzione arancione Iushenko e Timoshenko. I due però concordano sulla necessita' delle riforme economiche. Per quelle costituzionali sanno di dover cercare un più ampio consenso in parlamento.

"Un'importante pietra miliare nello sviluppo democratico" del paese, ha osservato Obama. "Una vittoria della democrazia e di un programma di riforme europee", ha twittato il presidente uscente della commissione Ue Josè Manuel Barroso. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini. "Il viaggio iniziato con la resistenza democratica a Maidan, che ha portato alla rigenerazione delle istituzioni con l'elezione di un nuovo presidente e del Parlamento, è completo", ha sottolineato il presidente del parlamento Ue, Martin Schulz. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, pur denunciando "moltissime violazioni nella fase preparatoria" e i tentativi di "escludere dal processo politico alcune forze e alcuni candidati", si è affrettato ad annunciare che Mosca riconoscerà il voto.

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