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Dijsselbloem bacchetta Italia: non salvare banche con soldi pubblici

Gli istituti di credito in sofferenza alimentano lo scontro a Bruxelles. Se Juncker è disposto a unʼapertura entro le regole, il presidente dellʼEurogruppo dice "no" allʼuso di denaro pubblico

L'Ue non potrà aggirare le regole per aiutare le banche italiane in difficoltà a causa dei crediti deteriorati.

Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jeoren Dijsselbloem. "Gli investitori e gli azionisti delle banche dovranno risolvere i problemi, non deviare dalle regole in modo che i contribuenti paghino", ha aggiunto, sottolineando come le regole siano cambiate e "non si torna indietro".

"Fino al primo gennaio c'erano opportunità per puntellare le banche con i soldi dei contribuenti", opportunità "che sono state limitate, e non si torna indietro", ha aggiunto.

"Djisselbloem legga la direttiva per il bail-in ed eviti di alimentare tensioni nei mercati" - "Inviterei Djisselbloem a leggere la direttiva Brrd che prevede espressamente la possibilita di alcune tipologie di interventi pubblici straordinari se necessari a preservare la stabilità finanziaria". Così Roberto Gualtieri (Pd), Presidente della Commissione economica del Parlamento europeo replica netto alle parole del presidente dell'Eurogruppo. "Peraltro come è noto la valutazione di tali interventi e delle loro condizioni non spetta all'eurogruppo, che non ha alcun ruolo in materia, ma alla Commissione europea, e sarebbe auspicabile - conclude Gualtieri - che Djisselbloem seguisse l'esempio dei suoi omologhi, ben più saggi, evitando di alimentare inutili tensioni nei mercati su materie che esulano dalla sua competenza".

Fi: "Renzi vuole risolvere il problema con il Fondo Atlante? Si sbaglia" - Anche da Roma arriva la bacchettata dell'opposizione alle rassicurazioni di Renzi e del "suo" Fondo Atlante. Nello specifico Renato Brunetta ribadisce: "Se Renzi pensa di poter risolvere il problema delle banche con qualche miliardo di euro si sbaglia di grosso. Considerando che le sofferenze totali presenti nel sistema bancario italiano ammontano a 200 miliardi di euro, con che cosa pensa di smaltire questa montagna di denaro il presidente del Consiglio? Non basterà certo un secondo Fondo Atlante per risistemare le cose. Occorrerebbe un veicolo finanziario di almeno 50 miliardi. Soldi che il governo non ha nemmeno lontanamente a disposizione".

Abi: "Paradosso tra liquidità Bce e regole limitative" - Per il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, "le nuove proposte di Basilea 3, se passeranno, creeranno ulteriori problemi all'erogazione del credito all'economia". "Oggi - ha spiegato - siamo già ossessionati da regolamentazioni e vigilanza sempre più puntigliose, che si muovono a livello unico su un singolo intermediario, ma non si guarda agli effetti macro". Tanto che, ha proseguito, "siamo nel paradosso che la Bce inonda il mercato di liquidità, ma poi la regolazione strozza i canali attraverso cui questo credito deve confluire". La soluzione, allora, sta nel "focalizzarsi sul ruolo delle banche per l'obiettivo della crescita, con meno microregolamentazione prudenziale".