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Covid, superati i sei milioni di morti a livello globale

La Johns Hopkins University avverte: la minaccia del virus non è ancora finita e i dati ufficiali sulle vittime sono largamente sottostimati. La maggior parte delle vittime tra i non vaccinati

Cina, studenti a scuola con le tute anti-Covid

Tute anti-Covid per gli studenti che devono sostenere i test di ammissione all'università a Ningbo, nella provincia cinese dello Zhejiang orientale. Indossando questi dispositivi di protezione personale, di solito in uso ai sanitari che operano in ospedale, i giovani aspiranti universitari hanno avuto accesso alle aule d'esame. Nelle ultime settimane, proprio la provincia di Zhejiang, grande distretto industriale dove c'è l'importante porto commerciale di Ningbo-Zhoushan, è risultata la più colpita dalla variante omicron

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Ha superato i 6 milioni di morti a livello globale il bilancio delle vittime della pandemia di coronavirus.

Il dato, mentre l'emergenza pandemica è ormai entrata nel terzo anno, è stato registrato lunedì 7 marzo dalla Johns Hopkins University, che ritiene però la cifra largamente sottostimata e che mette in guardia dal considerare terminata la minaccia rappresentata dal Covid-19. L'ultimo milione di morti, infatti, è stato registrato solo negli ultimi quattro mesi, circostanza che evidenzia come in molti Paesi il contagio e i decessi provocati dal virus continuino a viaggiare a ritmi sostenuti.

 

La pandemia non si è fermata - La Johns Hopkins University sottolinea dunque che la pandemia non ha rallentato, anche se in tanti stanno togliendosi le mascherine, i viaggi sono ripartiti e le attività commerciali e imprenditoriali hanno riaperto i confini. 

 

Le piccole isole del Pacifico, che finora erano state protette dal virus grazie al loro isolamento, adesso sono alle prese con i loro primi focolai e morti, alimentati dalla variante Omicron, altamente contagiosa. 

 

A Hong Kong, dove i morti sono in aumento, nell'ultimo mese l'intera popolazione (sette milioni e mezzo) è stata sottoposta per tre volte a test con l'obiettivo della strategia "Covid zero" copiata dalla Cina continentale. 

 

Hong Kong, file chilometriche per i tamponi e ospedali al collasso

 

L'Europa dell'est e la guerra - In Europa, a peggiorare la situazione è arrivata la guerra: mentre i tassi di mortalità restano elevati in Polonia, Ungheria, Romania e altri Paesi dell'est, sono arrivati più di un milione e mezzo di rifugiati dall'Ucraina, che ha una scarsa copertura vaccinale e alti tassi di casi e decessi.  

 

Gli Usa verso il milione di morti - Anche negli Stati Uniti la situazione non è rassicurante: nonostante l'alta disponibilità di vaccini, si sta arrivando a quota un milione di morti per il virus. 

 

Mortalità alta tra i non vaccinati - I tassi di mortalità restano in tutto il mondo più alti tra i non vaccinati, ha dichiarato Tikki Pang, co-presidente della Coalizione per l'immunizzazione dell'Asia del Pacifico, alla scuola di medicina della National University di Singapore. "Questa è una malattia che uccide le persone non vaccinate - ha spiegato -. La grande maggioranza dei decessi e dei casi gravi è tra quelle persone". 

 

Numeri ufficiali e reali - Pur parlando di sei milioni di morti da inizio pandemia, è comunque certo che nel mondo le vittime siano ormai molte di più: da una parte, in molti Paesi infatti i conteggi sono imprecisi e approssimativi, dall'altra vanno considerate anche tutte quelle persone che sarebbero state curabili ma che non hanno potuto essere assistite perché gli ospedali erano pieni. 

 

A questo riguardo Edouard Mathieu, responsabili dei dati per il portale "Our world in Data", dice che, sulla base degli studi sugli eccessi di mortalità legata al virus nel mondo, il numero dei morti effettivi si avvicini a quattro volte tanto il dato ufficiale. E in effetti, un'analisi di un team di The Economist stima che il numero dei decessi sia compreso tra i 14,1 e i 23,8 milioni. 

 

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